Psichiatri: “campanilismo regionale” da covid aumenta rischio ansia

Atteggiamenti di rancore e rivalità fra cittadini diverse regioni

NOV 11, 2020 -

Roma, 11 nov. (askanews) – Dall’Italia dei balconi a quella del campanile, aumenta il rischio di ansia e depressione. A dirlo sono gli esperti della Società Italiana di Psichiatria (SIP), secondo cui atteggiamenti di rancore e rivalità tra cittadini di Regioni appartenenti a fasce di rischio diverse ritenute discriminatorie, possono accentuare comportamenti psicopatologici con derive psichiche complottistiche e peggiorare sintomi ansioso-depressivi, soprattutto tra le categorie dei lavoratori più colpiti dalle misure restrittive, come ad esempio, negozianti, ristoratori e tassisti. “Con l’entrata in vigore del nuovo DPCM e la recente suddivisione dell’Italia in tre fasce di rischio, gli italiani sembrano divisi tra sentimento e risentimento. La maggior parte ha accolto l’ultimo decreto sentendosi più sollevata dall’adozione di misure restrittive proporzionate alla situazione epidemiologica regionale e in grado di arginare questa valanga di contagi – commenta Massimo di Giannantonio, presidente SIP – ma c’è anche chi di fronte alle diverse fasce di rischio sta reagendo con un senso di rivalsa e ostilità misto a rabbia e intolleranza verso misure ritenute discriminatorie. Questo atteggiamento affonda le sue radici non soltanto in contrapposizioni politiche ma anche in antichi campanilismi che aggiungono soltanto ulteriori emozioni negative sulla popolazione già provata con un aumento del rischio di ansia e depressione”.

“E’ innegabile che la gestione dell’emergenza in questo nuovo momento di lockdown localizzato è vissuta in modo molto diverso soprattutto dai lavoratori più colpiti economicamente rispetto a quanto successo nei mesi di marzo e aprile – dichiara Enrico Zanalda, co-presidente SIP – la prima ondata era stata il trionfo della solidarietà e della tolleranza che era stata accompagnata dall’ammirazione per il sacrificio di medici e infermieri e aveva spazzato via egoismi materiali contro il pericolo comune incombente e invisibile. Oggi la situazione è purtroppo cambiata e”la sindrome da campanilismo” indotta dalla gestione del lockdown diversificato getta benzina sul fuoco del risentimento e della rabbia, accentuando disturbi psicopatologici oltre che reazioni di intolleranza con possibile esito in proteste sociali. Ma la battaglia contro il coronavirus si vince tutti insieme con il rispetto individuale delle norme anti-contagio a tutela della collettività e soprattutto delle persone più fragili come gli anziani, i disabili e i portatori di disturbi mentali” concludono gli esperti.