A Capri installazione nella Certosa di San Giacomo

L'artista Antonio Ievolella con allestimoento ispirato all'acqua

OTT 11, 2020 -

Roma, 11 ott. (askanews) – Da oggi fino al 30 novembre 2020 la Certosa di San Giacomo a Capri ospita la mostra Fons vitae di Antonio Ievolella, allestita negli spazi della Cappella di San Bruno, del Chiostro grande e del Chiostro piccolo. La mostra è realizzata in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania e con l’Ufficio Servizi Educativi della Certosa di San Giacomo a Capri, ed è a cura di Virginia Baradel, Valerio Dehò, Andrea Del Guercio.

L’allestimento – si spiega in una nota – ha come motivo ispiratore l’acqua e così i 30 otri di terracotta su strutture di ferro in sospensione sono dei veri e propri vasi – grembi che costituiscono la forma plastica scelta dall’Artista quale motivo ricorrente delle installazioni. L’otre diventa un dispositivo simbolico che allude all’uomo e alla sua unicità e, in particolare, al monaco nel suo silenzioso e volontario isolamento, pur all’interno di una dimensione collettiva.

E se, secondo Alberto Savinio, “Capri è uno dei punti magnetici dell’universo”, certamente quest’isola è la cornice perfetta per la mostra di Antonio Ievolella. “Fons Vitae è un’installazione complessa, ricca di significati. È costruita come una specie di corteo che procede di otre in otre penetrando negli spazi assorti, luminosi e sacri della Certosa di Capri. Rappresenta un culmine nell’opera di Antonio Ievolella che conduce con essa la sua arte verso una felice sintesi tra la solidità della forma plastica e l’intima trascendenza della forma simbolica. Anfore di terracotta, avvolte di segni, e canne di ferro che le tengono sollevate; corpi che conoscono la gravità e impalcati lineari che formano un ponte per tenerle sospese e farle avanzare nel solenne silenzio dei chiostri”, dice Virginia Baradel, curatrice della mostra, descrive il progetto.

“Il visibile e l’invisibile sono uniti dal segreto dei numeri che li abitano. Antonio Ievolella ha saputo cogliere in questo progetto due aspetti di forte spiritualità e di immenso valore simbolico. Le sette otri bianche della Cappella di San Bruno stanno per gli altrettanti monaci che seguirono il Santo a Roma allorché riuscirono ad ottenere il riconoscimento dell’ordine certosino”.