Immigrati, Ismu: siamo il primo Paese in Mediterraneo per sbarchi

23mila da inizio anno. 650 vittime di cui 70% verso Italia e Malta

OTT 2, 2020 -

Milano, 2 ott. (askanews) – Con oltre 23mila migranti sbarcati dal primo gennaio al 28 settembre di quest’anno l’Italia torna a essere il principale Paese del Mediterraneo in cui approdano i migranti che tentano di raggiungere l’Europa. E’ quanto segnala la Fondazione Ismu che in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, sottolinea come nonostante il calo degli sbarchi di migranti sulle coste europee nel corso dell’ultimo triennio, si continua a morire in mare. In particolare la rotta migratoria più pericolosa è quella del Mediterraneo Centrale, che dall’Africa porta in Italia e a Malta.

Fra gli altri paesi europei, sono 19mila gli arrivi in Spagna, 12mila in Grecia e 2mila a Malta. Se in numero assoluto complessivamente nel Mediterraneo negli ultimi anni sono diminuiti gli sbarchi e il numero di morti e dispersi, tuttavia il tasso di mortalità resta elevato.

Il numero di migranti morti e dispersi nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo ha raggiunto il picco nel 2016, anno in cui furono oltre 5mila; 3mila nel 2017 e oltre 2mila nel 2018 (dati IOM, l’Organizzazione Internazionale per la Migrazione). Nel 2019 si sono rilevati 1.885 morti e dispersi in mare, mentre dal primo gennaio di quest’anno se ne contano più di 650, di cui oltre il 70% ha perso la vita attraversando il mare dal Nord Africa verso Italia e Malta.

Se il bilancio annuale di vittime e dispersi è diminuito negli ultimi anni, tuttavia come evidenzia OIM in una recente pubblicazione il “tasso di mortalità dei migranti” rimane elevato e i rischi che i migranti devono affrontare durante i loro viaggi sono aumentati. Il documento IOM analizza come il modo in cui viene definita la popolazione a rischio di morte nel Mediterraneo Centrale può fare una differenza significativa nel calcolo del tasso di mortalità. Ad esempio, se la popolazione a rischio viene definita come il numero totale di persone che sono arrivate in Italia e a Malta, nonché quelle intercettate in mare dalla Libia e dalla Tunisia e le vittime registrate in mare, il calcolo del tasso di mortalità mostra che nel 2019, per ogni 21 persone che hanno tentato la traversata del Mediterraneo centrale, una persona è morta (4,78%). Tuttavia, se per calcolare la popolazione a rischio invece si tiene conto solo del numero di persone che arrivano in Italia e a Malta e il numero dei morti registrati, allora il tasso di mortalità è stato di un morto ogni 13 persone che attraversano l’Europa attraverso il Mediterraneo centrale (7,82%).