Vaccino influenza, farmacie insorgono: potremo distribuirne solo 1,5%

Federfarma-Fofi-Assofarm: 250mila dosi quota troppo bassa

SET 15, 2020 -

Roma, 15 set. (askanews) – “La decisione di destinare alla distribuzione in farmacia solo l’1,5% dei vaccini antinfluenzali acquisiti dalle Regioni non garantisce una risposta adeguata ai bisogni della popolazione attiva: appare del tutto insufficiente rendere disponibili solo 250.000 dosi a fronte di un fabbisogno stimato tra 1,2 e 1,5 milioni di dosi”. E’ la risposta di Federfarma, Fofi e Assofarm alla decisione presa dalla Conferenza Stato-Regioni che ha dato il via libera alla distribuzione di una quota di vaccini anti-influenzali, disponibile per ogni singola regione, attraverso il sistema territoriale delle farmacie in regime non convenzionato.

Quest’anno le Regioni hanno ordinato e distribuiranno 16,7 milioni di vaccini, un numero che sta mettendo a dura prova le case farmaceutiche per la produzione. Ma nelle farmacie vengono venduti i vaccini a coloro che non rientrano nelle categorie indicate dal Servizio Sanitario Nazionale e le 250mila dosi pari all’1,5% del totale della disponibilità sono troppo poche.

Fra l’altro, sottolineano i farmacisti, “è da tener conto, come scrive il Ministero della salute nel documento proposto alla Conferenza Stato-Regioni e da questa approvato, ‘che l’indisponibilità di vaccini in vendita nelle farmacie per le persone che desiderano evitare la malattia influenzale e che non appartengono a categorie a rischio, potrebbe indurre allarme sociale e vanificare gli sforzi di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della vaccinazione quale strumento efficace di prevenzione, lanciando un messaggio contradditorio’. A fronte di questa affermazione – osservano – stupisce che la Conferenza Stato-Regioni abbia deciso di destinare alle farmacie una quota minima pari solo all’1,5% delle dosi totali, ben lontana da quella auspicata nello stesso documento”.

Un prossimo incontro presso il ministero della Salute è previsto per il 16 settembre prossimo: “In quella occasione ci aspettiamo quindi che si trovino fin da subito soluzioni per permettere di rimodulare questa quota minima e di avvicinarsi al fabbisogno reale dei cittadini non inclusi nelle fasce a rischio, che anche il Ministero della salute, nello stesso documento, afferma aggirarsi tra il 3 e il 10% delle dosi acquisite dalle Regioni. Mai come quest’anno la vaccinazione antinfluenzale assume un valore fondamentale per tutta la popolazione, sia per i soggetti identificati come a rischio sia per i soggetti attivi, come sostenuto da tutta la comunità medico-scientifica”.

Fin dal mese di luglio FOFI, Federfarma e Assofarm avevano segnalato la necessità di trovare una soluzione alla possibile carenza di vaccini antinfluenzali nelle farmacie, per questo oggi “declinano qualsiasi responsabilità in ordine a eventuali difficoltà che potrebbero avere i cittadini nel rifornirsi dei vaccini, qualora non venisse incrementata la quota al momento destinata alle farmacie, ferma restando la copertura vaccinale per i soggetti fragili e a rischio”.