Ue, Provenzano: evitare collasso occupazionale del Mezzogiorno

"Non possiamo rassegnarci a una jobless recovery"

LUG 23, 2020 -

Roma, 23 lug. (askanews) – “Abbiamo bisogno di accompagnare il rilancio degli investimenti pubblici e privati con una fiscalità di vantaggio che eviti il collasso occupazionale nel Mezzogiorno. La mia proposta è un taglio del 30% dei contributi previdenziali a carico delle imprese a scalare fino al 2030. Ne stiamo discutendo in sede di governo ma credo che dovremo attuare questa misura già entro quest’anno e confrontarci poi con la Commissione perché sia inserita nel nuovo ciclo della programmazione 2021-2027. Ripeto, è tempo di osare. Non possiamo rassegnarci a una jobless recovery”. Così Peppe Provenzano, ministro per il Sud e la coesione territoriale, in una intervista al Messaggero.

“La nuova questione meridionale è essenzialmente una questione femminile. Ci vogliono interventi nelle infrastrutture sociali, come abbiamo fatto con i Comuni. Ma d’intesa con la ministra Catalfo inseriremo nel primo provvedimento utile di governo l’incentivo all’occupazione femminile al Sud, attraverso la riduzione al 100 per 100 degli oneri contributivi per le assunzioni delle donne per i primi 24 mesi”.

“Nel Piano sud 2030 avevamo non a caso inserito il contrasto alla povertà educativa come uno degli obiettivi irrinunciabili. E l’avere riconosciuto risorse e centralità al Terzo settore è stata una prima risposta. Ma anche l’innovazione del tessuto produttivo, a partire dalla capacità delle imprese di puntare sul digitale, deve diventare una priorità fino a creare veri e propri ecosistemi dell’innovazione. Per questo, d’intesa con il ministro Manfredi, stiamo studiando, proprio nell’ambito del Recovery Fund, la possibilità di replicare in tutto il Mezzogiorno il modello realizzato a San Giovanni a Teduccio dove i saperi dell’università hanno incontrato le imprese dando vita ad un sistema di alta formazione e di inserimento nel mondo del lavoro assai proficuo. E quando parlo di imprese penso anche a quelle pubbliche, ai grandi players dello sviluppo, da Leonardo a Fincantieri, dalla stessa Cassa depositi e prestiti al Fondo nazionale per l’innovazione: tutti devono sentirsi coinvolti in un percorso di formazione di qualità e trasferimento tecnologico”.