Venezia, Alpitour conferma progetto Ca’ di Dio: riparte cantiere

Un nuovo hotel a 5 stelle, curato da Patricia Urquiola

LUG 16, 2020 -

Milano, 16 lug. (askanews) – Il cantiere dell’hotel Ca’ di Dio di Venezia ha ripreso i lavori dopo mesi di blocco forzato. Il Gruppo Alpitour conferma gli investimenti sul progetto e rinnova la “volontà di regalare alla Serenissima un nuovo hotel cinque stelle”, che sarà curato da una designer di fama mondiale come Patricia Urquiola.

Per Alpitour si tratta di “un segnale positivo che arriva in un momento delicato per l’Italia, il turismo e Venezia in particolare”. Il progetto è ambizioso: un edificio dal grande valore storico, che racconta una Venezia fuori dai luoghi comuni, il tratto raffinato della Urquiola, un investimento di 16 milioni di euro del Gruppo Alpitour per realizzare il quarto progetto di hôtellerie, parte della collezione Lifestyle di VOIhotels. E assume un significato ulteriore alla luce della situazione attuale nella città lagunare, con molte attività legate al turismo che faticano e parte di esse che non riaprirà i battenti dopo la crisi per il Covid-19.

L’apertura dell’hotel è prevista per la primavera 2021 e punta a rivitalizzare l’antica dimora storica, realizzata nel ‘500 dall’architetto Jacopo Sansovino, sita poco distante dall’Arsenale e da Piazza San Marco, lungo la Riva degli Schiavoni: la ristrutturazione comprende l’intera proprietà con i suoi 4 mila metri quadri, che accoglieranno 66 camere e junior suite, due ristoranti, una spa e due giardini privati, antichi chiostri della casa veneziana.

La storia e l’eredità dell’edificio, che è stato anche ospedale per i pellegrini e casa per le donne in difficoltà, sono state interpretati da Patricia Urquiola che ha realizzato un lavoro mirato a conservare il valore e l’intimità del luogo originario. Questa volontà ha guidato l’architetto nel progetto che unirà i due volti del Ca’ di Dio, i cui tratti sono riflessi in quelli della città stessa: da una parte il rigore e l’austerità della struttura originale, dall’altra la raffinatezza e l’eleganza dei palazzi veneziani. Il concept dello Studio Urquiola si sviluppa così sulla dicotomia delle due anime di Venezia e ne esplode i significati, dando vita a un incontro che innerverà gli ambienti interni all’hotel, i giardini, le camere e correrà lungo i materiali e i colori del nuovo Ca’ di Dio.

“Ca’ di Dio – ha raccontato l’architetto spagnolo – è un progetto con una forte identità distintiva. Il palazzo nasce come luogo di ospitalità ed accoglienza e oggi abbiamo voluto interpretare questa sua vocazione, attraverso uno sguardo contemporaneo. Ha la grande fortuna di situarsi di fronte all’acqua, al bacino di San Marco. Si tratta di un progetto fortemente veneziano, che si lega in modo inequivocabile alla città e alla laguna per la scelta di cromie, materiali, dettagli architettonici. Un progetto che rispetta la storia di Venezia, ma non vuole imitare pedissequamente la tradizione e si apre a tutti”.

“Vogliamo dimostrare che né l’acqua alta, né altri eventi metteranno in discussione il progetto e i nostri piani di sviluppo – ha detto Gabriele Burgio, presidente e AD del Gruppo Alpitour -. Il cantiere del Ca’ di Dio è l’emblema di un’Italia che riparte e che continua a credere nel valore del turismo, ricchezza essenziale per il tutto il nostro Paese e per i centri d’arte, come Venezia. Essere presenti in questa città è una grande opportunità e una sfida ambiziosa, un impegno che valorizzeremo al meglio”.