Infermieri: da R. Lombardia muro di gomma su_organici fermi a 1998

Macchia: "Degli 82 mln di bonus promessi, ne arriveranno la metà"

LUG 6, 2020 -

Milano, 6 lug. (askanews) – “Dovevano arrivare 82 milioni di bonus dalla Regione, poi si scopre che agli operatori che hanno combattuto il Covid in corsia ne arrivano si e no il 50%, gli altri soldi sono trattenuti fra oneri riflessi, Irap e Irpef quant’altro. E hanno inserito fra gli aventi diritto figure che non c’entravano, figure amministrative di cui abbiamo massimo rispetto, ma che non erano vicine ai pazienti: un conto è lavorare sulle carte negli uffici, un conto intervenire sui corpi dei malati in piena pandemia, fra letti, corsie, sale di rianimazione. Abbiamo detto chiaro e tondo che non sopportavamo questa situazione ma per ora non ci hanno ascoltato”. E’ quanto ha dichiarato in una nota il responsabile lombardo dell’organizzazione degli infermieri, “Nursing Up”, Angelo Macchia, sottolineado anche che “gli organici sono fermi a una delibera del 1998 ma i tempi di assistenza sono cambiati, quindi quegli organici non bastano più. Abbiamo chiesto alla Regione di modificare la delibera ma non c’è nulla da fare, ci siamo trovati davanti a un muro”.

“Speriamo che non ci sia un ritorno della pandemia – ha continuato Macchia – ma si sappia che se dovesse tornare, i responsabili politici non hanno ancora fatto nulla per aumentare i posti di terapia intensiva, né per aumentare gli organici dei professionisti che dovrebbero fronteggiarla”.

“I dati della Lombardia sono lì a testimoniare drammaticamente quello che è stato il ruolo di chi ha messo la propria vita al servizio del Paese e della popolazione… qualche volta donandola alla patria, è il caso di dirlo senza nessun intento retorico” ha proseguito Macchia, aggiungendo che “un ruolo che è stato giustamente celebrato ma che adesso, non fra chissà quanto tempo, bisogna riconoscere anche nel concreto, concedendo alla categoria un aumento di stipendio adeguato a quel ruolo”.

“Il governo e la Regione Lombardia ci devono ascoltare, altrimenti non ci fermeremo, altrimenti andremo a Roma” ha ribadito Macchia, dopo averlo gridato sabato scorso dal palco di piazza Duomo a Milano nel corso della manifestazione nazionale degli infermieri.