Stati generali, Provenzano: invertire disinvestimento al Sud

E' luogo in cui affrontare nodi irrisolti di sviluppo nazionale

GIU 15, 2020 -

Roma, 15 giu. (askanews) – “Oggi una giornata importante, a Villa Pamphilj, nell’ambito di #ProgettiamoilRilancio, che ha visto il confronto con i sindacati confederali. La via per la ripresa dell’Italia è il rilancio degli investimenti pubblici e privati, lo diciamo da anni. Ora ne abbiamo l’occasione e non possiamo sprecarla. Investire per cosa? Per rinnovare l’economia e la società, per creare lavoro, lavoro buono, soprattutto per i giovani e le donne, specialmente del Mezzogiorno”. Lo scrive su Facebook il ministro per il Sud e per la Coesione Territoriale Peppe Provenzano.

“Come ha detto oggi il Presidente Conte, il Sud arriva a questo appuntamento già con il #PianoSud2030, che si inserisce con tutta la sua attualità nel progetto generale per l’Italia a cui stiamo dando vita. Il Sud non è solo un capitolo del nostro Recovery plan, ma il luogo in cui affrontare con maggiore determinazione alcuni nodi irrisolti dello sviluppo nazionale e sperimentare le nuove vie che si aprono in Europa. Per questo vogliamo accompagnare l’attuazione del Piano con alcune misure che possono accelerarne l’impatto sul fronte produttivo e occupazionale: una fiscalità di vantaggio per tutto il Mezzogiorno e un forte incentivo all’occupazione femminile al Sud”.

“Questa nuova stagione di rilancio degli investimenti, che al Sud deve invertire il ventennale processo di disinvestimento e attivare il potenziale di sviluppo, e che deve guardare al potenziamento delle aree interne per ridurre i divari territoriali, ha bisogno di due condizioni: una macchina pubblica rinnovata e una vera partecipazione democratica. Dobbiamo semplificare, certo, e coniugare semplificazione e controllo di legalità. Ma per essere all’altezza della sfida, dobbiamo anche reclutare nuove competenze, ridare prestigio e sicurezza a una nuova generazione che deve essere protagonista dell’azione pubblica per lo sviluppo, ad ogni livello. E infine, dobbiamo puntare sul partenariato economico e sociale, perché le riforme davvero efficaci sono le riforme condivise, partecipate, che allargano gli spazi e le basi della democrazia”.