‘Ndrangheta dietro buttafuori dei locali di Milano, Como e Brianza

Operazione carabinieri svela anche controllo su ambulanti panini

GIU 11, 2020 -

Milano, 11 giu. (askanews) – L’operazione contro la ‘ndrangheta in Lombardia che ha portato 20 persone agli arresti ha approfondito da un lato le dinamiche criminali della locale di Seregno (Monza e Brianza), ancora fortemente radicata nel territorio nonostante le pesanti condanne dell’operazione Infinito, dall’altro ha consentito di documentare ancora una volta il “capillare e totale controllo” da parte della ‘ndrangheta su alcune attività economiche. Questa volta si tratta dei servizi di sicurezza nei locali di intrattenimento delle province di Como, Monza Brianza e Milano e la rivendita di panini da parte di ambulanti. Lo evidenziano in una nota i carabinieri per i quali era la ‘ndrangheta a decidere le postazione e a dirimere eventuali controversie sorte tra i rivenditori ambulanti.

In particolare, è emerso che i servizi di sicurezza nei locali di pubblico intrattenimento, vengono controllati dalla ‘ndrangheta attraverso l’imposizione di ditte di sicurezza di copertura dietro le quali si celano soggetti appartenenti all’organizzazione criminale che, per lo svolgimento dei servizi di sicurezza, si avvalgono solo in piccola parte di persone specializzate e munite della prevista autorizzazione prefettizia. Emblematica, in tal senso, è la frase pronunciata da uno degli indagati che così racconta le regole per l’aggiudicazione dei servizi di sicurezza in Brianza: “Purtroppo nella vita e nei paesi della Brianza, ci sono degli equilibri che vanno oltre il lavoro della ‘sicurezza’ perché dietro al lavoro della ‘sicurezza’ nei nostri paesi qua c’è sempre qualcuno dietro, ok?”.

Gli indagati si muovevano con assoluta spavalderia e determinazione e senza alcun timore o ritegno, utilizzando i metodi tipici della criminalità organizzata: “Chiamo il direttore del locale e gli dico…’non ti permettere di fare venire un altro da Milano a lavorare dove ci siamo noi, perchè tu il venerdì apri, il sabato sera veniamo noi, ti tiro giù tutta la sicurezza e tutti i buttafuori, e chiudi…'”. Condotte che per gli inquirenti avevano certamente lo scopo di favorire le attività della ‘ndrangheta e, in particolare, anche il mantenimento dei sodali detenuti: “Tutti i mesi bisogna mandare il regalo agli amici che purtroppo non ci sono più a lavorare con noi, ed hanno bisogno di mangiare giustamente no?”. Accanto a questo spaccato sono emerse anche le ulteriori attività tipiche della criminalità organizzata di stampo mafioso come le estorsioni e il narcotraffico.

L’operazione è frutto di due indagini, confluite in un’unica attività investigativa, svolte, con il coordinamento della D.D.A. di Milano (Procuratore Aggiunto dott.ssa Alessandra Dolci, Sostituti Procuratori dott.ssa Cecilia Vassena e dott.ssa Sara Ombra) rispettivamente, dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Monza e dal Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Cantù, che hanno ricostruito, talvolta, gli stessi episodi delittuosi da prospettive diverse pervenendo, in assoluta autonomia, a risultati analoghi.