Non bruciamo l’albero vascolare, progetto SILV-FIV su malattie da fumo

Servirà a informare e formare sulle malattie fumo-correlate

FEB 18, 2020 -

Roma, 18 feb. (askanews) – Presentato oggi a Roma il progetto “Non bruciamo l’albero vascolare”, incentrato sul problema del fumo e delle malattie ad esso correlate. Realizzato con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni da fumo e fornire una conoscenza più dettagliata sulle evidenze scientifiche degli strumenti alternativi senza combustione, il progetto prevede una serie di incontri sul territorio nazionale con format scientifico-informativo.

“Non bruciamo l’albero vascolare” è promosso dalla Società italiana di Medicina Vascolare (SIMV) e dalla Fondazione italiana vascolare (FIV) che, con il contributo non condizionante di PMI Science con Philip Morris Italia hanno deciso di agire attivamente contro il fumo della sigaretta tradizionale, dando vita a un progetto che “vuole rappresentare un esempio positivo e collaborativo tra divulgatori scientifici, operatori sanitari e il mondo dell’industria” – come ha spiegato il Prof. Pier Luigi Antignani, responsabile per i rapporti internazionali della SIMV – “per arrivare a creare un percorso virtuoso finalizzato alla diffusione della cultura e del progresso scientifico in generale”.

“Il danno globale di malattie correlate al fumo è particolarmente elevato con oltre 7 milioni di morti l’anno, di cui circa 80mila solo in Italia. Questa situazione si prevede possa peggiorare nei prossimi anni soprattutto nelle popolazioni con limitate risorse sanitarie. Il fumo attivo e passivo è direttamente nocivo sull’apparato cardiaco e vascolare (circa 30mila morti l’anno in Italia). Quando un fumatore smette di fumare, occorrono 15 anni perché il rischio di contrarre malattie cardiache sia sovrapponibile a quello di una persona che non ha mai fumato”, ha commentato il Prof. Enrico Arosio, presidente della SIMV, che ha aggiunto: “Da diversi anni è riconosciuto che le persone muoiono di malattie fumo-correlate a causa di sostanze presenti nel fumo, non a causa della nicotina. Smettere di fumare è quindi la priorità nella prevenzione, ma smettere di fumare non è semplice perché la dipendenza da nicotina è tra le più complesse da debellare. Considerando che le misure proibizionistiche in genere non hanno mai portato a particolari risultati, una valida alternativa sembrano esser i prodotti a base di nicotina senza combustibile. A tal proposito, numerosi studi hanno dimostrato una riduzione di sostanze dannose o potenzialmente dannose nelle sigarette elettroniche e nei recenti prodotti a tabacco riscaldato rispetto al fumo di sigaretta. Infatti, in questi prodotti, accanto ad una capacità simile di ‘fornire’ nicotina, viene eliminato il processo di combustione che risulta essere una delle principali cause delle malattie fumo-correlate quali si verificano con l’impiego di sigarette e altre forme di tabacco”.

Il progetto “Non bruciamo l’albero vascolare” ha l’obiettivo di: 1- Educare sugli effetti del fumo sul corpo umano. 2- Sensibilizzare la classe medica sull’impatto del tabagismo e delle malattie ad esso connesse, e sull’importanza dello stile di vita per tutelare la salute individuale e collettiva. 3- Informare la classe medica sulle nuove alternative al fumo di sigaretta come opzione per tutti quei fumatori che hanno fallito nel loro tentativo di smettere di fumare. 4- Elaborare delle linee guida dedicate al paziente fumatore con problematiche cardiovascolari che possano integrarsi all’interno dei PDTA e che supportino i percorsi all’interno dei Centri Antifumo.

“Coerentemente con questa impostazione, a livello internazionale sta prendendo sempre più piede un’impostazione legislativo-regolatoria basata sulla riduzione del danno, la quale fa specifico riferimento al contributo che l’innovazione può offrire ai fini del miglioramento degli stili di vita delle persone rendendo disponibili produzioni, processi e prodotti in grado di modificare abitudini dannose per la salute”, ha sottolineato il Prof. Pier Luigi Antignani, aggiungendo che “le patologie che riguardano l’albero vascolare sono molto sensibili al fumo delle sigarette tradizionali. Dovrebbe essere prioritario smettere. Ma se chi soffre di queste e di molte altre patologie fumo-correlate non vi riesce proprio, è necessario che almeno che elimini i composti della combustione, utilizzando dispositivi come le e-cig o il tabacco riscaldato. Non eliminiamo le patologie ma riduciamo i rischi. È importante sottolineare – ha concluso Artignani – come la riduzione del danno non deve sostituire le politiche di prevenzione e controllo, ma integrarle, costituendo una componente diversa dello stesso disegno di politica sociale”.

Il formato del progetto prevede 5 incontri locali su tutto il territorio nazionale, che avranno luogo nel corso del 2020 a Verona, Roma, Palermo, Cagliari e Catanzaro.