Tumori infantili, Aieop: in ultimi 30 anni aumentati quasi del 40%

L'Associazione Italiana Ematologia ed Oncologia Pediatrica

FEB 14, 2020 -

Roma, 14 feb. (askanews) – La percentuale di adolescenti malati di tumore curati nei centri AIEOP rispetto ai casi attesi in Italia è passata dal 10% nel periodo 1989-2006 al 28% nel periodo 2007-2012 per arrivare infine al 37% negli anni compresi tra il 2013 e il 2017. E’ quanto emerge da uno studio italiano dal titolo “Evolving services for adolescents with cancer in Italy: access to pediatric oncology centers and dedicated projects”, pubblicato di recente dalla rivista americana Journal of Adolescent and Young Adult Oncology e reso noto dall’Associazione Italiana Ematologia ed Oncologia Pediatrica – la società scientifica che dal 1975 si occupa, attraverso una rete collaborativa nazionale, della ricerca e della cura dei tumori pediatrici – in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile.

Lo studio, oltre a dimostrare come sia migliorato sensibilmente l’accesso alle cure dei pazienti in età adolescenziale, evidenzia anche un altro dato interessante, ovvero che attualmente solo una minoranza di centri AIEOP pone restrizioni all’ammissione di minori di 18 anni, al punto che i limiti di età, prima considerati una barriera insormontabile, sembrano essere oggi un problema in gran parte superato. Inoltre, mentre fino a pochi anni fa esistevano in Italia solo due progetti dedicati – nello specifico il Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l’Area Giovani del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano -, oggi esistono ben 19 centri AIEOP che, partendo dal modello delle due strutture pilota, hanno sviluppato un programma specifico per gli adolescenti.

“Questi risultati – spiega Andrea Ferrari, oncologo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e coordinatore della Commissione Adolescenti AIEOP, nonché primo autore dello studio – confermano come gli adolescenti con malattia onco-ematologica siano interesse prioritario della nostra associazione, che vuole attivare un’azione istituzionale per far sì che i loro problemi diventino parte integrante dei percorsi organizzativi oncologici regionali e nazionali. La realizzazione di una effettiva cooperazione con le società scientifiche che si occupano di tumori nell’adulto e il riconoscimento istituzionale per la sostenibilità del modello di cura proposto per gli adolescenti restano le sfide da affrontare per il futuro”. (segue)