‘Ndrangheta, blitz contro la cosca Labate “Ti Mangiu”: 14 arresti

La cosca controlla le estorsioni nel quartiere Gebbione di Reggio

GEN 29, 2020 -

Roma, 29 gen. (askanews) – Blitz della polizia contro la ‘ndrangheta reggina: 14 arresti (12 in carcere e 2 ai domiciliari), perquisizioni e sequestri sono stati eseguiti tra Reggio Calabria, Roma e Cosenza, con un’operazione chiamata “Helianthus”. In manette sono finiti capi, luogotenenti ed affiliati della cosca Labate “Ti Mangiu” di Reggio Calabria: sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa e diverse estorsioni aggravate dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di aver agevolato la ‘ndrangheta.

L’inchiesta della Dda di Reggio ha ricostruito gli assetti e le dinamiche criminali dei Labate, una delle più temibili e potenti articolazioni della ‘ndrangheta unitaria, che controlla nella città di Reggio Calabria il popoloso quartiere Gebbione. I poliziotti della questura hanno sequestrato alcune aziende nella disponibilità degli appartenenti alla cosca, del settore alimentare e della distribuzione di carburanti, il cui valore complessivo è di circa 1 milione di euro.

L’inchiesta fa luce sugli affari economici della cosca, svelando un certo dinamismo in alcuni settori illeciti – dalle scommesse on line alle slot machines, allo sfruttamento delle corse clandestine di cavalli – mantenendo tuttavia un elevato interesse per quello che rappresenta il core business delle attività criminali da sempre espressione dello strapotere mafioso dei “Ti Mangiu”: il sistematico ricorso ad attività estorsive nei confronti di operatori economici, commercianti e titolari di piccole, medie e grandi imprese, specialmente di quelli impegnati nell’esecuzione di appalti nel settore dell’edilizia privata nell’area ricadente sotto il dominio della consorteria mafiosa.

Estorsioni per alcune centinaia di migliaia di euro venivano imposte, con pesanti minacce, agli imprenditori durante i lavori di esecuzione di complessi immobiliari nel quartiere Gebbione, controllato capillarmente dai Labate.

Ad alcuni titolari di imprese veniva anche imposto con la forza dell’intimidazione l’acquisto di prodotti dell’edilizia presso aziende nella disponibilità del clan. Ad un commerciante è stato impedito di aprire una pescheria nel quartiere perché dava fastidio al titolare di un analogo vicino esercizio commerciale, affiliato alla cosca.

Sav/Int9