Protezione civile, Riccardi: serve patto per sburocratizzazione

Il vicegovernatore a Venzone per ricordare Giuseppe Zamberletti

GEN 25, 2020 -

Roma, 25 gen. (askanews) – “Oltre la memoria di quello che è stato il terremoto del 1976 per questa terra e il ricordo della figura di Zamberletti, l’occasione di oggi ci offre l’opportunità di guardare avanti lanciando una sfida, quella di riunire tutte le forze, dai sindaci all’Università e alla stessa Protezione civile, in un patto per un obiettivo di vero cambiamento: l’individuazione e la messa in atto di soluzioni per la riduzione dei tempi e della burocrazia nella realizzazione di quelle opere necessarie al ripristino del territorio dai danni causati da una calamità naturale”.

Lo ha detto oggi a Venzone il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, intervenendo agli eventi dedicati al decennale del Museo “Tiere Motus” e al 1° anniversario della scomparsa di Giuseppe Zamberletti, Commissario straordinario del Governo per il Friuli terremotato. Tra i presenti, oltre allo stesso Riccardi e al presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, anche il Capo dipartimento nazionale della Protezione civile, Angelo Borrelli.

Ricordando la statura politica e amministrativa della figura di Zamberletti, Riccardi ha sottolineato come lo stesso Zamberletti abbia in quella occasione “saputo tirare fuori meglio dai noi friulani, valorizzando uomini come gli ex presidenti Comelli e Biasutti e dando valore primario al rapporto tra i Comuni, la Regione e le articolazioni dello Stato”.

“L’eredità di quella stagione – ha proseguito il vicegovernatore – arriva fino a oggi, fino a una grande opera infrastrutturale come la terza corsia autostradale, che è figlia di quelle scelte procedimentali, fondate su un modello improntato alla riduzione dei passaggi burocratici. Ma anche lo straordinario sforzo collettivo compiuto nel post tempesta Vaia, con 600 opere e 150 milioni di euro senza alcun ricorso e nel pieno rispetto delle procedure e dei tempi previsti”.

A tal riguardo, parole di elogio per l’operato della Protezione civile Fvg sono state pronunciate dal Capo dipartimento Borrelli, il quale ha configurato l’esperienza della tempesta Vaia come un modello relativamente all’efficacia e alla correttezza amministrativa degli interventi. “A dimostrazione – ha concluso Borrelli – di come la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia sia una macchina coesa e rodata, che porta avanti gli insegnamenti di Giuseppe Zamberletti”.