‘Ndrangheta, Pg Torino: “Rosso a patti con i mafiosi per i voti”

L'assessore pagò in due tranche circa 8mila euro

DIC 20, 2019 -

Torino, 20 dic. (askanews) – L’assessore della Regione Piemonte Roberto Rosso, arrestato per voto di scambio politico-mafioso, “per accaparrarsi voti è sceso a patti con i mafiosi, attraverso degli intermediari. E l’accordo ha avuto successo”. Lo ha detto il procuratore generale di Torino Francesco Enrico Saluzzo, a proposito dell’operazione “Fenice” della Guardia di finanza, che ha portato alla luce un intreccio nel torinese tra ‘ndrangheta, mondo imprenditoriale e politica.

Diverse le foto e i video prodotti dagli inquirenti che documentano incontri tra Rosso e Onofrio Garcea, rappresentante in Liguria del clan calabrese Bonavota, e con Francesco Viterbo, anche lui esponente dei Bonavota.

“Tutti sapevano con chi parlavano”, ha sottolineato il generale della Guardia di Finanza Giuseppe Grassi.

Secondo l’indagine, a Rosso furono chiesti 15mila euro per un pacchetto di voti alle regionali, ma lui pagò in due tranche circa 8mila euro.