Istat: migrazioni interne, regioni Sud perdono risorse qualificate

Nel 2018 oltre 117 mila i movimenti da Sud e Isole

DIC 16, 2019 -

Roma, 16 dic. (askanews) – Nel 2018 il numero di trasferimenti interregionali è pari a 332.188 (25% del totale dei trasferimenti), in lieve aumento rispetto all’anno precedente (322 mila). Gli spostamenti interregionali di maggiore interesse riguardano la direttrice che parte dal Mezzogiorno e si dirige al Centro-nord. Sono oltre 117 mila i movimenti da Sud e Isole che hanno come destinazione le regioni del Centro e del Nord (+7% rispetto al 2017); di un certo rilievo sono anche i trasferimenti sulla rotta ‘inversa’ (55 mila), dal Centro-nord al Mezzogiorno: la perdita netta di popolazione calcolata per la ripartizione meridionale è quindi di circa 62 mila residenti nel 2018, di cui 47 mila di 25 anni e più.

Con riferimento al titolo di studio, i movimenti degli italiani di 25 anni e più con almeno la laurea che partono dalle regioni del Mezzogiorno e si dirigono verso quelle del Centro-nord (al netto dei rientri) hanno provocato, nel 2018, una perdita di oltre 16 mila residenti. Le regioni con le perdite più consistenti di questo “prezioso” contingente sono la Sicilia e la Campania (complessivamente oltre 8,5 mila residenti qualificati in meno), seguite da Puglia (-3 mila) e Calabria (-2 mila). Perdite più contenute si registrano per Basilicata, Abruzzo e Molise che, complessivamente, perdono 1,5 mila residenti. Le regioni che guadagnano di più da questo scambio sono la Lombardia (+8 mila) e l’Emilia-Romagna (+4 mila).

Se si considerano anche gli scambi con l’estero, i saldi migratori restituiscono perdite nette (differenze tra rimpatri ed espatri) in tutte le regioni. Sommando ai saldi migratori con l’estero i saldi ottenuti dai movimenti da una regione all’altra, si osserva che alcune regioni del Centro-nord riescono a recuperare la perdita con l’estero grazie alle differenze positive dovute ai movimenti interregionali. È il caso della Lombardia che perde più di 2 mila giovani laureati (italiani di 25 anni e più) per emigrazione verso l’estero, ma ne guadagna oltre 8 mila dai trasferimenti provenienti dalle altre regioni, facendo registrare così un guadagno complessivo di popolazione qualificata pari a circa 6 mila risorse laureate. Anche per l’Emilia-Romagna e la Liguria la perdita causata dalle emigrazioni è compensata dai movimenti interregionali. Per tutte le regioni meridionali e per il Piemonte, invece, alle perdite dovute agli espatri si sommano anche quelle relative ai trasferimenti verso le altre regioni: le giovani risorse qualificate provenienti dal Mezzogiorno, dunque, costituiscono una fonte di capitale umano sia per le zone maggiormente produttive del Centro e Nord Italia sia per i paesi esteri.