Lombardia: 1,3 mln per studio genoma neonati e prevenire malattie

Gallera: screening genomico nelle politiche regionali sanità

NOV 18, 2019 -

Milano, 18 nov. (askanews) – Individuare strategie per la prevenzione di possibili patologie future con il sequenziamento del genoma umano (whole genome sequencing) dei nuovi nati e sviluppare la capacità di prevenire malattie o di prolungare al massimo il periodo sano della vita dei propri cittadini. Questi gli obiettivi della delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta del vicepresidente Fabrizio Sala di concerto con l’assessore al Welfare Giulio Gallera. Il provvedimento stanzia 1.350.000 euro per programmi di ricerca sul sequenziamento del genoma umano (WGS, whole genome sequencing), per verificare la sostenibilità dell’utilizzo di queste tecniche nelle politiche pubbliche regionali.

“Oggi i bebè vengono testati gratuitamente – commenta il vicepresidente Sala – per un numero limitato di malattie, come fenilchetonuria e ipotiroidismo, con una piccola puntura sul tallone. La caduta dei costi per il sequenziamento dell’intero genoma, però, spinge a chiedersi se non sia giunto il momento di ampliare l’offerta del Sistema sanitario nazionale, per sfruttare tutte le nuove conoscenze su difetti genetici e reazioni individuali”. “Vogliamo sviluppare la capacità di prevenire malattie – prosegue Fabrizio Sala – e di prolungare al massimo il periodo sano della vita dei nostri cittadini, individuando strategie mirate alla prevenzione di possibili patologie future con il sequenziamento del genoma umano dei nuovi nati sul territorio lombardo”.

In questo ambito il sequenziamento, cioè la lettura e la determinazione dell’esatta struttura primaria del DNA dei neonati, è uno dei prossimi traguardi della medicina genomica e la Regione Lombardia non vuole giungere impreparata a questo importante appuntamento con il futuro. La Lombardia, riferimento del biotech del Paese, si candida a un ruolo di avanguardia nel campo dell’elaborazione di politiche per la ricerca responsabile e la democrazia partecipativa, un tema delicato, che merita grande attenzione, trattandosi della prima Regione italiana che si appresta a questo genere di studio.

I progetti di ricerca finanziati da Regione Lombardia potranno essere proposti da soggetti giuridici pubblici e privati, enti di ricerca, strutture sanitarie, imprese, che si impegneranno ad analizzare, oltre agli aspetti connessi alla pratica clinica, tutte le questioni etico-sociali-giuridiche che il sequenziamento solleva: da quelle connesse alla privacy e alla sicurezza dei dati fino alle modalità più corrette per raccogliere e gestire i dati genetici. La valutazione dei progetti sarà condotta dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB) e coinvolgerà esperti indipendenti selezionati a livello internazionale. “Quando entrano in gioco dati sensibili come quelli genetici – commenta l’assessore Gallera – le persone devono essere coinvolte e convinte, protagoniste del proprio percorso di prevenzione e cura. I progetti che finanziamo devono portare ad un’analisi che verifica la sostenibilità dell’utilizzo dello screening genomico nell’ambito delle politiche sanitarie pubbliche regionali”. Ad accompagnare Regione Lombardia in questo delicato percorso di valutazione è un Foro di 10 esperti internazionali, specializzati proprio nel rapporto tra scienza, tecnologia e società.