Ultrà morto, Digos: arrestato non fece nulla per non investirlo

Manduca intercettato: "Ma che omicidio, quello si è lanciato"

OTT 18, 2019 -

Milano, 18 ott. (askanews) – Fabio Manduca, alla guida della sua Renault Kadjar, “ha accellerato, ha superato l’Audi A3 con la quale stava avanzando poco più indietro, si è portato nel mezzo della carreggiata e non ha fatto nulla per evitare l’impatto con il gruppo degli interisti”, in particolare con Daniele Belardinelli. Lo ha affermato il dirigente della Digos di Milano, Claudio Ciccimarra, ricordando che la vittima fu uno dei primi ad entrare in via Novara da via Fratelli Zoia dopo che la “staffetta” aveva dato il segnale per assaltare i supporter napoletani. Nel corso di una conferenza stampa indetta in questura a Milano in merito all’arresto del 39enne pregiudicato napoletano accusato di omicidio volontario per l’investimento del 26 dicembre 2018, gli investigatori hanno spiegato che la Renault e l’Audi si sono ritrovate nel mezzo di due gruppi di tifosi avversari, tagliate fuori dalla “carovana” di auto dei napoletani.

La polizia ha sottolineato che le immagini recuperate dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati della zona degli scontri non hanno immortalato il momento in cui la Kadjar ha investito ed è passata sopra alla vittima, ma “hanno permesso di escludere che a farlo siano state altre automobili presenti”. Inoltre nella parte sottostante dell’auto di Manduca, sequestrata subito dopo i fatti, sono state repertate diverse “deformazioni”, nonché “una variazione cromatica” che evidenzia una striscia di sporco venuto via, compatibile con un segno trovato sugli indumenti della vittima. Elementi che non sarebbero stati riscontrati sulle altre auto della carovana di tifosi campani poste contestualmente sotto sequestro. Inoltre, altre immagini mostrano la Kadjar fermarsi poco dopo all’altezza con via Sant’Elena e si vede che dall’auto scende una persona che, aiutandosi con la “torcia” dello smartphone, illumina sotto l’auto presumibilmente per accertarsi che non ci siano stati dei danni. Non solo: in un intercettazione, si sente Manduca che parlando dell’investimento, afferma in dialetto napoletano: “Ma quale omicidio, quello si è lanciato davanti alla macchina”, fatto questo che per l’accusa dimostra la “piena consapevolezza” dell’accaduto.

Manduca, legato al gruppo ultrà Mastiff della Curva A del San Paolo, questa mattina non ha fatto alcuna ammissione ed è stato recluso nel carcere di Poggioreale a Napoli.