Indipendente e artigianale, arriva marchio collettivo Unionbirrai

Concesso da associazione a soci aderenti che rispettino requisiti

SET 25, 2019 -

Roma, 25 set. (askanews) – Un marchio collettivo per la tutela dei consumatori e dei produttori di birra artigianale, di cui ad oggi possono già fregiarsi 158 dei 326 birrifici indipendenti e artigianali che aderiscono a Unionbirrai. Un risultato, quello della certificazione, raggiunto in appena otto mesi. Il simbolo “Indipendente e artigianale”, apposto su bottiglie e imballaggi, è una garanzia fornita da Unionbirrai, che è ente certificatore e al momento concede il marchio, dopo attente valutazioni, solo ai birrifici aderenti.

L’idea del marchio è nata, ha spiegato ieri sera a Roma in una conferenza stampa Vittorio Ferraris, presidente di Unionbirrai, dalla esigenza di dare “uno strumento di riconoscibilità a favore dei consumatori e del settore produttivo della birra artigianale, anche visto il grande aumento di produttori che c’è stato negli ultimi anni”. Basti pensare che, tra il 1988 e il 1995, gli anni in cui in Italia si iniziò a produrre la birra artigianale, c’erano solo 9 birrifici. Poi dal 1996 in poi una crescita esponenziale, che ha portato oggi il numero degli impianti a 850 (dati del 2018), con una produzione media annua di 650 ettolitri ciascuno e 4000 addetti. Un fenomeno, quello delle birre artigianali, che non è passato inosservato all’occhio della grande industria birraia che “con azioni di marketing strategico, attraverso le acquisizioni di piccoli produttori artigianli e con la nascita di birre ‘crafty’ ha cercato di distogliere il consumatore da cioò che è davvero artigianale”, ha spiegato Ferraris.

Il marchio “Indipendente e artigianale” viene concesso gratuitamente a tutti i piccoli birrifici associati a Unionbirrai purché indipendenti (ovvero legalmente ed economicamente indipendenti da qualsiasi altro birrificio), dotati di codice accisa e deputati alla produzione esclusiva di birra artigianale (dunque non microfiltrata e non pastorizzata, come definito dalla legge sulla birra aritigianale, e con una produzione annua che non superi i 200.000 ettolitri). L’associazione potrà revocare il marchio concesso in caso di infrazioni e i controlli sono delegati all’Icqrf, a cui vengono segnalati casi di abuso della denominazione ‘birra artigianale’, grazie ad un accordo con il ministero delle Politiche agricole.

Attualmente è in corso anche la valutazione della possibilità di concedere il marchio anche ai birrifici non associati, a patto che soddisfino tutti i requisiti. Ma non solo. Unionbirrai sta anche lavorando a un marchio specifico dedicato ai pub che servono quotidianamente la vera birra artigianale italiana.