Chef Cuttaia per sostenibilità filiera alimentare nel Mediterraneo

"Nnumari": 3 giorni di studio (e cibo) dal 2 al 4 ottobre a Licata

SET 18, 2019 -

Milano, 18 set. (askanews) – “Nnumari” in siciliano significa “nel mare” ed è il nome di un progetto tanto importante quanto ambizioso dedicato alla sostenibilità della filiera agroalimentare nel Mediterraneo, storico e straordinario luogo di incontro, contaminazione e integrazione. Ideato dallo chef Pino Cuttaia (due stelle Michelin con il suo “La Madia” a Licata, nell’Agrigentino), “Nnumari – terre unite dal mare” avrà il suo clou dal 2 al 4 ottobre prossimi quando a Licata si ritroveranno cuochi, economisti, pescatori, artigiani, allevatori, giornalisti, artigiani, imprenditori e artisti per ragionare sulle esperienze, le potenzialità e le difficoltà che accomunano i popoli che si affacciano sul Mediterraneo, “per poter costruire modelli di sviluppo sociali e ambientali replicabili e condivisi”. L’iniziativa è stata presentata oggi a Milano nello Spazio Bulthaup.

“Il rischio che corre la filiera è quello che si interrompa questo know how, che si perda questo sapere. Se la filiera non viene sostenuta, si perdono secoli di storia e allora il cuoco oggi si mette in prima fila proprio perché è un punto d’incontro tra tanti saperi” ha affermato Cuttaia, sottolineando che “noi abbiamo un paesaggio che veramente ci identifica, se queste terre vengono abbandonate perdiamo i colori, perdiamo la vita, perdiamo la tradizione e soprattutto perdiamo la parte nutrizionale che è fondamentale”. “Questo progetto ovviamente si sviluppa intanto sotto un aspetto gastronomico, con l’incontro dei cuochi (gli chef sostenitori sono 24, da Andrea Berton a Moreno Cedroni, passando da Giancarlo Perbellini fino a Corrado Assenza, insieme con loro colleghi provenienti da Albania, Turchia, Slovenia, Croazia fino a Israele, ndr) ma poi toccherà l’aspetto della salute del mare, della stagionalità, del sostentamento dei piccoli produttori” ha continuato, aggiungendo che “la responsabilità di un cuoco è quella di sostenere dei mestieri che ti fanno emozionare, perché in quelle mani lì c’è veramente un sapere”. “La cucina siciliana richiama anche quella di altri Paesi mediterranei e ogni mio gesto in cucina è simile a quelli che fanno altri cuochi di questi Paesi” ha proseguito il 55enne cuoco siciliano, evidenziando che “le nostre cucine dipendono dalla sopravvivenza di questo mare comune, grazie al quale condividiamo molta più storia, tradizione, cultura e saperi di quanto si usi immaginare”. “Abbiamo tutti problemi in comune e abbiamo il dovere di trovare soluzioni insieme – ha concluso – ci dobbiamo muovere per tutelare questo mare che ci dà vita”.

Dopo il saluto di Cuttaia, ad aprire, il prossimo 2 ottobre il ricco programma della tre giorni di studio a Licata, sarà il direttore dell’Unione delle Università del Mediterraneo (Unimed), Marcello Scalisi. “Il Mediterraneo negli ultimi anni sta vivendo una dimensione quantomeno critica e problematica però nello stesso tempo ci sta offrendo degli spazi di speranza e di apertura molto interessanti, direi inaspettati” ha spiegato il professore, ricordando che “c’è una comunità di giovani, il 75% della popolazione è al di sotto dei 25 anni, che reclama non tanto un proprio posto nella società moderna ma il diritto alla partecipazione alla vita sociale, culturale e politica: le istanze dei giovani dei Paesi della riva Sud del Mediterraneo non sono diverse da quelle dei nostri giovani”. “In questo contesto, un’iniziativa come quella di ‘Nnumari’ ci dà la possibilità di dare a dei giovani che saranno presenti, 15 studenti universitari (di cui undici donne) provenienti da 11 Paesi, di confrontarsi su questo tema dell’identità mediterranea, se esiste un’identità comune mediterranea, vista dalla prospettiva di chi ha 23, 24, 25 anni, e non visto da chi ha la stanchezza di guardare un mondo mediterraneo problematico”. “Questi studenti hanno una ricchezza in sé, espressione della loro complessità, della loro storia ma anche della loro voglia di rappresentare la possibilità di stare al mondo, di stare in un contesto globale affermando la propria identità” ha proseguito Scalisi, concludedo che “‘Nnumari” può essere lo spazio anche per questo, un esempio spero positivo per rinnovare occasioni di questo tipo in modo tale da contribuire a creare una generazione mediterranea, nel Nord, nel Sud ma proprio tipicamente mediterranea”.

Tra i relatori che prenderanno la parola nel corso dei “talk”, “masterclass” e dibattiti ma anche durante le colazioni e le visite ai monumenti della zona, sono attesi Marta Craveri della Fondation Maison de Sciences de l’Homme (Fmsh), Alessandro Vanoli (Oggetti, sapori e parole del Mediterraneo, una storia di mescolanze), Ugo Tramballi (Migrazioni e geopolitica nello spazio Mediterraneo), Marco Miuccio (Preservare il Mediterraneo), Margherita Cappelletto (L’identità blu del Mediterraneo: il contributo della ricerca), Mansour Mhenni (Soutenabilité et société de conversation), Francesca Cominelli (Heritage on the move, a Mediterranean perspective), Lina Attalah (Thinking media differently), Pierre Doumet (La biosfera Jabal Moussa), Mariasole Bianco, Giovanni Stanghellini (L’Innovazione in agroalimentare e i partenariati per la ricerca come strumenti per lo sviluppo sostenibile).

Il project manager del progetto, Francesco Paolo Di Stefano, ha spiegato che al termine dei lavori si inizierà a scrivere un “disciplinare”, un manifesto condiviso sulla sostenibilità della filiera del Mediterraneo, con i punti salienti emersi e discussi durante la tre giorni. “Oggi il cuoco è portatore di conoscenza e memoria e la nostra cucina è accoglienza e momento di condivisione tra più persone di ogni dove – ha chiosato Pino Cuttaia – e cuochi e cucine possono dunque unire popoli, comunità ed esperienze, nello sforzo comune di gestire in modo sostenibile il nostro mare e possono essere motore della condivisione di problematiche e soluzioni comuni alla filiera agroalimentare mediterranea”.