Poliziotto si uccide a Roma, criminologa: molti vittime stress

Antonella Cortese: serve un supporto psicologico

SET 3, 2019 -

Roma, 3 set. (askanews) – “Un poliziotto si è tolto la vita sparandosi al petto, davanti la caserma del reparto volanti in via Guido Reni, nel quartiere Flaminio a Roma. Ancora da chiarire le cause che hanno portato all’estremo gesto. Ma il suicidio, ad oggi, resta la principale causa di morte di agenti in servizio. I dati ufficiali dimostrano di un malessere diffuso che è la manifestazione estrema di disturbi e disagi sempre più radicati nella nostra polizia”. Lo afferma la criminologa Antonella Cortese, vice presidente dell’Osservatorio nazionale dei diritti e della salute dei militari e forze dell’ordine.

“La maggior parte dei suicidi di poliziotti o appartenenti alle forze armate avviene con l’arma di servizio – aggiunge – Ma un’arma nelle mani di una persona che soffre psichicamente può trasformarsi in un pericolo mortale non solo per lui. Un agente che è vittima di stress sul lavoro non è un agente che può garantire la massima efficacia e ciò può riverberarsi anche sul suo lavoro a contatto con i cittadini. Serve necessariamente un supporto psicologico obbligatorio per gli agenti in servizio, con figure professionali specializzate a fronteggiare l’emergenza con l’ausilio di psicologi esterni. Il rifiuto delle terapie psicologiche e l’aumento di stress sono fattori di rischio non più trascurabili”.