Impiegato di banca di Favara fugge in Germania con 600 mila euro dei clienti

E' stato arrestato

GIU 3, 2019 -

Palermo, 3 giu. (askanews) – Era fuggito in Germania portando con sé i soldi dei clienti della banca per la quale lavorava, ma è stato individuato ed arrestato dai carabinieri. Protagonista della vicenda è un 62enne di Favara, in provincia di Agrigento.

L’uomo lavorava per un istituto di credito del paese ed ha fatto sparire ben 573mila euro dai conti correnti dei clienti.

I militari, sulle sue tracce sin dal 12 febbraio scorso, è stato localizzato, dopo una caccia all’uomo senza tregua, in un appartamento di Volklingen in Germania, un centro di 40mila abitanti vicino al confine con la Francia. Gli investigatori hanno ottenuto la piena collaborazione della polizia tedesca che a seguito di un blitz lo ha sorpreso all’interno della sua abitazione. Ieri sera, all’aeroporto di Milano Linate, i militari di Favara gli hanno stretto le manette ai polsi per poi condurlo ai domiciliari. È accusato di peculato. Su di lui, il tribunale di Agrigento aveva spiccato un mandato di arresto europeo dopo che, già a febbraio, all’uomo erano stati sequestrati immobili e veicoli per quasi 600mila euro.

Particolarmente complessa è la vicenda sulla quale i militari avevano indagato nella seconda metà dell’anno passato, riuscendo a fare luce, sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore di Agrigento Chiara Bisso, su una serie di strani ammanchi di denaro segnalati nel tempo da numerosi clienti, soprattutto anziani, di un istituto di credito di Favara. I carabinieri si erano infatti messi sulle tracce del 62enne favarese, dipendente quale impiegato, ritenuto l’artefice di una serie di raggiri posti in essere sin dal 2011 e portati avanti fino al dicembre 2017.

L’uomo era stato accusato di essersi appropriato indebitamente di oltre 570mila euro. Nei suoi confronti i carabinieri, in collaborazione con il Nucleo P.E.F. di Agrigento avevano fatto scattare un provvedimento di sequestro preventivo per un ammontare totale di 573 mila euro, facendo scattare i sigilli su ben 9 immobili, alcuni rapporti bancari, 3 rapporti assicurativi e 2 automezzi.

Partendo dalle numerose denunce presentate nel 2018 da una sessantina di anziani clienti dell’istituto creditizio, i militari erano riusciti ad evidenziare la costante presenza dell’indagato nel corso di operazioni di sportello sospette. Il modus operandi prendeva le mosse proprio dalla selezione di clienti particolarmente anziani e vulnerabili, i quali, dietro pressante consiglio dell’impiegato 62enne, gli lasciavano sostanzialmente in custodia i propri libretti di risparmio, cedendo altresì alla lusinga della proposta di accedere a buoni fruttiferi, il cui contenuto era poi sistematicamente oggetto di prelievi e rimborsi non autorizzati.

In un caso, per esempio, uno dei due buoni fruttiferi consigliati (da 2500 euro cadauno) era, in realtà, semplicemente una fotocopia, la cui cifra è stata poi fatta sparire.

La complessa vicenda andò ad intrecciarsi poi con la condotta tenuta da una coppia residente nel catanese (la donna 43enne originaria di Favara ed il coniuge 38enne originario di Messina), i quali, venuti a conoscenza di particolari imbarazzanti della vita privata dell’impiegato, a più riprese, dietro la minaccia di rendere pubbliche situazioni sconvenienti, avevano estorto, tra il 2016 e il 2017, ben 250 mila euro all’impiegato 62enne, il quale, con tutta probabilità, aveva attinto l’ingente somma versata a più riprese, dai 573 mila euro accaparrati nel tempo. E fu proprio la denuncia per estorsione presentata dall’impiegato, quando già era oggetto di pressanti indagini da parte dei Carabinieri, ad aver consentito ai militari di ricostruire l’intera vicenda estorsiva, facendo scattare, quel 12 febbraio, gli arresti domiciliari a carico della coppia catanese, su disposizione del gip di Agrigento.

Nell’occasione, però, Distefano si era reso irreperibile. I carabinieri, tuttavia, non hanno mai mollato la presa, essendo a conoscenza del fatto che il ricercato avesse fatto ingresso in territorio tedesco. Da qui l’immediata richiesta e l’ottenimento di un Mandato di Arresto Europeo. Ne è nata una caccia all’uomo senza tregua, che ha fatto restringere il cerchio delle ricerche sempre più, fino a giungere ad un piccolo appartamento al secondo piano di una palazzina elegante di Volklingen.

Preziosa è stata la piena collaborazione della Polizia tedescae.

Il blitz è scattato la notte del 3 aprile scorso, sorprendendo nel sonno l’ex impiegato 62enne.

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