Psicologi Lazio: da social informazioni approssimative e carenti

Rischio che l'incompetenza diventi virale

APR 17, 2019 -

Roma, 17 apr. (askanews) – I social media sono ormai una fonte di informazione a tutti gli effetti e molti cittadini maturano le proprie opinioni, anche in materia politica, sui contenuti offerti . Il problema è che spesso diffondono informazioni approssimative e carenti e che i “navigatori del web”, soprattutto se mossi da un atteggiamento emotivo ai problemi, tendono sistematicamente a sopravvalutare le competenze acquisite.

Lo evidenzia una ricerca condotta da ricercatori dell’Università di Austin (Texas) e dello York College della Pennsylvania – diffusa dall’ “Osservatorio sulla Ricerca Scientifica Internazionale” dell’Ordine degli Psicologi del Lazio – secondo cui una quota significativa di utenti esposta ai contenuti dei social dimostra una cognizione limitata sugli argomenti incontrati durante la propria navigazione e che, soprattutto, tende a sovrastimare la propria competenza.

“Se consideriamo che tra gli utenti dei social solo il 7% clicca sui feed dopo una lettura solo approssimativa del testo – osservano gli psicologi – è chiara la distorsione prodotta dall’accesso a molteplici temi accompagnato da una scarsa propensione all’approfondimento e, allo stesso tempo, da un’alta confidenza delle conoscenze acquisite. Il rischio è quello della viralizzazione dell’incompetenza: una ricerca recente condotta su un database di 156 articoli contenenti notizie false su Hillary Clinton e Donald Trump ha evidenziato come nei tre mesi precedenti l’elezione questi articoli fossero stati condivisi circa 40 milioni di volte su Facebook”.

Nei decenni passati – sottolineano gli esperti – le opinioni si formavano attraverso la lettura dei giornali o i notiziari televisivi. Oggi le conoscenze maturano in modo più veloce e sporadico. Attraverso l’uso dei social media, infatti, i fruitori di notizie sperimentano forme di coinvolgimento molto più superficiali rispetto quelle attivate dai media tradizionali e che difficilmente possono offrire elementi sufficienti a formare un giudizio articolato su di un argomento. Spiega Sergio Stagnitta, psicologo dell’Ordine degli Psicologi del Lazio: “Lo psicologo Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia, descrive come le persone si formano un’opinione su ciò che li circonda, dall’economia, alla politica, al clima e così via. Per fare questo illustra l’esistenza nella nostra mente di due sistemi cerebrali, che definisce “Sistema 1” e “Sistema 2″. Il primo è quello veloce, emotivo: ha il compito di dare risposte immediate, molto spesso automatiche e stereotipate. Il secondo è il cervello razionale, riflessivo, che ha bisogno di tempo per produrre una risposta coerente in relazione ad uno stimolo o ad una informazione acquisita. Il Sistema 1 è molto importante, perché può salvarci la vita di fronte ad un pericolo inaspettato. Il problema sorge quando lo usiamo per formarci delle previsioni future o, molto spesso, delle opinioni che avranno un impatto sulla nostra vita di tutti i giorni. Ma perché utilizziamo questa forma di comunicazione veloce ed immediata piuttosto che quella lenta, tipica di chi vuole approfondire una certa tematica? Semplicemente perché è più facile. Si consuma meno energia mentale, meno sforzo, è possibile fare contemporaneamente più cose, in linea con la vita moderna. Non abbiamo quindi bisogno di rinunciare a nulla. A fine giornata, sappiamo tutto ciò che è successo di politica, economia, cronaca, sport e anche di qualche curiosità sul cinema o su un evento televisivo”. Attenzione però, avverte, “si dovrebbe avere anche consapevolezza dei propri limiti e del fatto che non si sono maturati sufficienti elementi per formarsi un’opinione”.