Clima, a Università Padova energia elettrica solo da fonti green

Così verrà più che dimezzata l'impronta ecologica dell'ateneo

MAR 15, 2019 -

Roma, 15 mar. (askanews) – A partire dal 1° maggio l’Università di Padova utilizzerà solo energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili per tutti i suoi stabili, dimezzando così l’impronta ecologia dell’ateneo.

Con la sottoscrizione dell'”Opzione Verde”, nell’ambito della convenzione Consip “Energia Elettrica 16”, l’ateneo – spiega una nota – ha scelto una fornitura green per tutte le oltre 160 strutture di pertinenza, da Chioggia a Bressanone. Grazie a questa scelta l’impronta ecologica dell’ateneo verrà più che dimezzata, con una riduzione delle emissioni pari a oltre 13.500 tonnellate di CO2 all’anno che rappresentano il 67,5% del totale delle emissioni dell’Ateneo.

“Negli ultimi due anni, in parallelo agli interventi sulle strutture e sui processi, abbiamo investito su progetti di mappatura e di conoscenza dello stato di fatto, presupposto fondamentale per definire le politiche con consapevolezza. – afferma Francesca da Porto, prorettrice all’Edilizia e sicurezza – In particolare, siamo partiti con la rilevazione dei consumi energetici in un’ottica di efficientamento complessivo; abbiamo poi condotto un’indagine sugli spostamenti casa-università, che ha coinvolto 2.000 dipendenti tra docenti e personale tecnico amministrativo e più di 13.000 studenti, che ci ha permesso di pianificare una serie di azioni coordinate sul tema della mobilità. Quest’anno abbiamo avviato due progetti di ricerca, uno finalizzato alla quantificazione e al monitoraggio della carbon footprint della nostra università, e uno volto alla mappatura partecipata del verde in una prospettiva di valorizzazione delle aree verdi dell’ateneo per massimizzarne il valore da un punto di vista ambientale”.

Un passo importante nel percorso verso la minimizzazione dell’impatto ambientale che l’Università di Padova ha intrapreso ormai da tempo: “Grazie alla sola dematerializzazione dei processi amministrativi, avviata nel 2017, le emissioni di C02 sono calate di 15 tonnellate – afferma il direttore generale, Alberto Scuttari – Questa cifra è centuplicata nel 2018 grazie alla sostituzione di 20 impianti di vecchia generazione in 16 complessi universitari con caldaie a condensazione di ultima generazione, che comporta un risparmio annuo di 750.000 metri cubi di metano corrispondenti a circa 1.500 tonnellate di CO2eq”.