Donne e sesso: i controsensi della società odierna

FEB 25, 2019 -

Roma, 25 feb. (askanews) – (di Lucia Ori, 18 anni)

Uno dei tabù più grandi che una donna deve affrontare è la famosa “prima volta” dipinta come un momento magico, simboleggiato dalla perdita di sangue. La donna è stata dipinta fin dalla antichità come un fiore, un fiore che deve riuscire a preservarsi e a mantenersi puro fino a che non sia il momento di coglierlo. Questa famosa perdita di sangue è la causa tutt’oggi della vita o della morte di moltissime donne, che sono tenute a non “farsi cogliere” fino alla prima notte di nozze. Con tradizioni umilianti che persistono in certi paesi, come quella del lenzuolo nuziale appeso fuori dalla finestra per mostrare che “tutto è andato per il verso giusto”. Chiaramente non avviene lo stesso per l’uomo, che non avrebbe in ogni caso nessun modo per dimostrare la sua purezza e che sicuramente non ne ha nemmeno l’intenzione.

Tante le storie che testimoniano di come la donna sia stata trattata sul tema della sua “prima volta”. Suad dalla Cisgiordania, per esempio, racconta nel libro “bruciata viva” ciò che può succedere ad una donna in queste situazioni, e dal titolo del libro si può evincere ciò che è successo a Suad. Donne discriminate per il loro essere donne, culture che per impedire alla donna di provare piacere, mutilano i genitali delle neonate appena in fasce, il che mette a rischio la loro vita, donne che non possono esercitare la propria professione, guidare e nemmeno avere diritto alla sanità, monopolio esclusivo del genere maschile.

Senza parlare di cose troppo lontane da noi, possiamo vedere come anche nella cultura europea e occidentale, nella nostra realtà di tutti i giorni, la donna venga fatta oggetto di scherno quando si tratta di parlare di intimità. Se da una parte il sesso sta diventando sempre più un tabù e un argomento che viene guardato con sempre più timore, dall’altra la nostra società sta mutando in una società in cui il sesso e la sessualizzazione di oggetti e prodotti, per esempio a scopi pubblicitari, è all’ordine del giorno.

Questo si riflette soprattutto su coloro che si affacciano a scoprire questo nuovo mondo, gli adolescenti. Se da un lato questa scoperta avviene sempre prima nel mondo dei giovani e ci sono sempre più mezzi per informarsi, anche cadendo in tranelli e informazioni sbagliate, d’altro canto ciò non viene affiancato da un efficace e tempestiva informazione dei ragazzi da parte dell’ente scolastico e soprattutto dalla famiglia. Se oggi in Italia e nel mondo occidentale non si sente più parlare in termini così estremi di discriminazione della donna sotto questo punto di vista, la situazione non può dirsi risolta né tanto meno ideale per la parità dei sessi.

Una ragazza che sperimenta la sua prima esperienza molto giovane è da un lato portata a farlo da un contesto sociale che tende a percepire l’intimità come un’esperienza che va vissuta sempre prima, dall’altro, nel momento in cui una ragazza ha già vissuto questo tipo di esperienza, viene etichettata come “ragazza facile”, una persona non seria. In una realtà fatta di modelli, di mode in costante cambiamento, di un mondo ideale fatto da corpi perfetti e in cui perfino il sesso viene idealizzato, le giovani si riempiono di aspettative e di timori riguardo se stesse e la verginità diventa simbolo di questa inesperienza. Il modello di donna ideale è diventato quello di una donna sexy, intelligente e sessualmente esperta. Quel fiore che in alcune parti del mondo è ancora così importante e che per alcune donne rappresenta la vita, nella nostra realtà sta assumendo un nuovo e non meno insensato significato, quello di un “marchio” dal quale bisogna liberarsi il prima possibile, che rappresenta una inesperienza che non si vuole mostrare.

È giunto il momento per le donne di tutto il mondo di smitizzare la “prima volta”. È giunto il momento che la società si renda conto che anche sotto questo punto di vista le donne devono essere rispettate quanto gli uomini e lasciate libere di compiere le loro scelte senza che queste abbiano poi delle conseguenze su altri livelli della loro vita. È ormai tempo che anche le donne non siano più vittime dei modelli che tendono a renderle più insicure di loro stesse e del loro aspetto fisico. Ma soprattutto è giunto il momento che si cerchi di comprendere che la prima volta è una prima volta per tutti, uomini e donne, e che la cosa più importante è arrivare pronti, sicuri e consapevoli.