Monza, taxista travolto e ucciso su SP35: preso presunto pirata

E' un operaio 26enne con precedenti per guida in stato di ebbrezza

GEN 21, 2019 -

Milano, 21 gen. (askanews) – La polizia ha arrestato con l’accusa di fuga ed omissione di soccorso un 26enne accusato di essere il responsabile dell’incidente avvenuto 13 gennaio scorso lungo la SP35 Milano-Meda a causa del quale era deceduto il 47enne tassista Eugenio Fumagalli, che si era fermato per prestare soccorso. Il drammatico incidente era avvenuto intorno alle 3.30 nei pressi dello svincolo di Binzago lungo la carreggiata Nord nel territorio di Cesano Maderno (Milano). Secondo quanto spiegato dalla polizia Stradale, l’arrestato (le cui iniziali sono D.P.) è un operaio con un precedente per guida in stato di ebbrezza del 2017 e a cui era stata ritirata la patente nel 2013 e nel 2014 sempre perché sorpreso ubriaco al volante. La patente di cui era in possesso gli era stata restituita il 18 novembre 2017.

Il 26enne è stato individuato grazie alla targa anteriore dell’Audi A3 di colore blu (intestata a sua madre) persa nel violentissimo impatto con la Fiat 600. Gli agenti hanno rintracciato l’operaio circa cinque ore dopo l’incidente, intorno alle 8.30 di domenica 13 gennaio, nell’abitazione di Lazzate (Monza) dove abita con i genitori e dove stava dormendo, dopo essere rientrato verso le 5 del mattino dopo aver passato la serata a bere in diversi locali della zona insieme con degli amici. Sottoposto al doppio esame con l’alcol test circa sei ore dopo i fatti (tra le 9.30 e le 9.50) aveva un tasso alcolemico intorno agli 0,5 g/litro. Il giovane, che ha dichiarato ai poliziotti di non essersi costituito proprio perché si era spaventato sapendo di aver bevuto, è stato immediatamente posto in stato di fermo di Pg e la misura è stata successivamente convalidata dal Gip di Monza che poi ha disposto gli arresti domiciliari per il pericolo di fuga con l’accusa di fuga e omissione di soccorso. L’Audi è stata ritrovata posteggiata non sotto casa dell’arrestato ma a circa 200 metri di distanza.

Nelle impressionanti immagini registrati dalla dash-cam installata a bordo dell’auto di un testimone dell’incidente, si vede l’Audi sfrecciare ad alta velocità (in quella tratta il limite è di 90 km all’ora) superando a destra, poi di nuovo superare a sinistra una Golf nera e andare a tamponare la piccola 600 che si ribalta. Nonostante la violenza dell’impatto e i gravi danni riportati, dalle immagini si vede ancora l’Audi proseguire la sua corsa come se niente fosse. Oltre a diversi testimoni e ai fidanzati che viaggiavano sulla 600 e che si sono miracolosamente salvati nell’impatto (e che hanno poi sporto querela), nella sede della Stradale tra le 13 e le 15 del giorno dell’incidente, si sono presentati anche i quattro passeggeri (tre ragazzi e una ragazza brianzoli tra i 18 e i 20 anni) che viaggiavano sull’Audi guidata dall’operaio.

L’incidente sulla Provinciale Milano-Meda di cui è accusato il 26enne, è all’origine dell’investimento mortale di Eugenio Fumagalli. Sempre secondo quanto spiegato dalla Stradale infatti, il 47enne tassista aveva assistito al tamponamento da parte dell’Audi e al ribaltamento della 600 e si era fermato per prestare soccorso: dopo aver fermato il taxi sulla corsia d’emergenza e aver indossato l’apposito gilet catarifrangente era corso ad aiutare la coppia di fidanzati. Secondo quanto emerso finora dalle indagini, diversi automobilisti sopraggiunti subito dopo lo scontro si erano resi conto della presenza sulla corsia di sorpasso della dell’utilitaria ribalta ed erano riuscite ad evitarla, ma dopo oltre un minuto una Volkswagen Passat e una Renault Clio avevano travolto la 600 e il povero tassista mentre i fidanzati si erano salvati buttandosi sul new yersey. Secondo quanto è possibile apprendere altri due veicoli di testimoni dell’incidente sarebbero dotati di dash-cam e quindi ci potrebbero essere altre immagini del tamponamento e probabilemnte anche del successivo investimento di Fumagalli. Dopo l’impatto, le due persone alla guida delle auto che hanno travolto la 600 (pare in un doppio tamponamento contestuale) si erano fermate ma sono indagate per omicidio stradale e le loro auto poste sotto sequestro per permettere le complesse verifiche del caso.