Finanziamento illecito, chiesta condanna a Roma per Verdini e Conti

La vicenda dell'acquisto di un palazzo in via della Stamperia

LUG 5, 2018 -

Roma, 5 lug. (askanews) – Condannare a 2 anni di reclusione per l’ex parlamentare e coordinatore del Pdl, Denis Verdini, nell’ambito del processo sulla compravendita di un palazzo in via della Stamperia, nel centro storico di Roma. Il rappresentante della pubblica accusa, il pm Erminio Amelio, ha sollecitato al giudice monocratico della Capitale anche il riconoscimento della penale responsabilità e la condanna a 5 anni per l’ex senatore di Forza Italia, Riccardo Conti.

Quest’ultimo risponde dell’accusa di truffa aggravata in concorso con Angelo Arcicasa, all’epoca dei fatti presidente dell’Enpap, l’Istituto di previdenza degli psicologi, per il quale sono stati chiesti 4 anni e 10 mesi. La trattativa immobiliare – si ricorda – in poche ore fruttò una plusvalenza record di 18 milioni di euro. Verdini è imputato di finanziamento illecito. A Conti la Procura contesta anche i reati di finanziamento illecito e omesso versamento dell’Iva per oltre 8,6 milioni di euro nel 2011.

L’immobile (3.900 metri quadri distribuiti su cinque piani) fu acquisito per 26 milioni e rivenduto poche ore più tardi per 44 milioni. Per Conti le accuse sono di omesso versamento d’imposte pari a 8 milioni di euro, di finanziamento illecito nonché di truffa aggravata, per Arcicasa di truffa aggravata e mancata segnalazione dell’acquisto dell’immobile alle autorità di controllo e per Verdini quella di finanziamento illecito. Avrebbe ricevuto da Conti, pur non partecipando alla compravendita, 1 milione di euro subito dopo la stipula del contratto di vendita.

L’acquisto e la successiva vendita all’Enpap dell’immobile avvenne nel 2011 e ad acquistarlo fu la società immobiliare Estate 2 della quale era amministratore il senatore Conti. Nel 2013 il gip Barbara Callari dispose il sequestro dell’immobile “ai fini della confisca per equivalente fino a concorrenza della somma di 8.687.581,00 di euro corrispondenti al mancato versamento della somma che Conti doveva fare al fisco a titolo di Iva”.