Maxi appalto Expo, audit interno: criticità in affidamento verde

Il documento che ha fatto scattare l'indagine Corte dei Conti

FEB 2, 2018 -

Milano, 2 feb. (askanews) – Già nel 2014, un anno prima dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale milanese, da un audit interno della società Expo erano emerse “criticità” nell’affidamento diretto al gruppo Mantovani della fornitura del cosiddetto capitolo “verde”. Ed è proprio partendo dall’analisi di questo documento che la sezione regionale della Corte dei Conti della Lombardia ha deciso di contestare a Giuseppe Sala, ex ad di Expo e attuale sindaco di Milano, un presunto danno erariale da 2,2 milioni di euro. Oltre che il primo cittadino milanese, gli accertamenti della magistratura contabile coinvolgono anche l’ex manager Expo Angelo Paris, l’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni, le due società MM e Infrastrutture Lombarde.

Nell’audit, redatto nel 2014, si faceva esplicito riferimento alle “eventuali negligenze e omissioni” nella procedura che ha visto il gruppo vicentino Mantovani (già vincitore del maxi appalto per la realizzazione della cosiddetta “Piastra dei Servizi” del sito espositivo) aggiudicarsi direttamente (cioè senza il lancio di un bando di gara) la commessa per la fornitura di 6 mila alberi a Expo. Criticità, si legge nel documento, che “potrebbero aver generato un danno per l’amministrazione pubblica” proprio perché si è “proceduto tramite affidamento diretto in luogo di una selezione competitiva”.

Chi ha scritto l’audit è invece convinto che ci fosse abbastanza tempo per procedere con il lancio di un bando. Il documento parla di “176 giorni” a disposizione di Sala, “un lasso di tempo sufficiente” per “sviluppare una procedura competitiva che avrebbe sicuramente ottenuto un miglior risultato economico (1,6 milioni i costi dichiarati da Mantovani a fronte di 4,3 milioni di costi di affidamento diretto da Expo a Mantovani)”.