Maxi appalto Expo, difesa Sala: da Pg iniziativa persecutoria

Gli avvocati Scuto e Nespor: nuovo reato scollegato dalla realtà

DIC 13, 2017 -

Milano, 13 dic. (askanews) – Un’iniziativa “anomala al punto da sembrare persecutoria”. Così gli avvocati Salvatore Scuto e Stefano Nespor, difensori del sindaco di Milano Giuseppe Sala, stigmatizzano la decisione della Procura Generale di contestare al primo cittadino meneghino il reato di abuso d’ufficio per le presunte irregolarità che avrebbero contraddistinto l’appalto sul “verde” di Expo, assegnato alla società Mantovani con affidamento diretto e senza il lancio di un bando di gara. Una mossa, quella dei sostituti pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo, che secondo la difesa Sala “si pone in evidente contraddizione con i giudizi che Anac, Avvocatura dello Stato e la stessa Procura della Repubblica di Milano hanno precedentemente formulato”. E che a loro giudizio “offre un’ulteriore dimostrazione delle difficoltà e degli ostacoli che, in questo Paese, incontra chiunque si trovi ad eseguire, nel rispetto della legge e in un tempo definito, un importante progetto pubblico, facendo affidamento sulle valutazioni delle Autorità dello Stato competenti”.

Scuto e Nespor ricordano che le indagini sulla cosiddetta Piastra dei Servizi di Expo, “iniziate nel 2014 dalla Procura della Repubblica di Milano, erano state da questa concluse con una richiesta di archiviazione”. L’avocazione del fascicolo da parte procura generale di Milano aveva poi portato all’accusa di turbativa d’asta per Sala. Poi, però, la stessa procura generale, “nel settembre dello stesso anno, ha stralciato l’ipotesi di reato della turbativa d’asta”. Oggi il colpo di scena: “Con stupore, ci troviamo di fronte a un’ennesima rilettura dei fatti operata dalla Procura Generale. All’alba del 2018, per fatti risalenti al 2012, come detto già oggetto di numerosi scrutini da parte di varie Autorità dello Stato, si giunge ad ipotizzare un nuovo reato, ancora una volta del tutto scollegato dalla realtà dei fatti”.

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