Milano, fermati i complici dell’attentato dinamitardo di Pioltello

In manette anche il figlio del capo della locale di 'ndrangheta

NOV 29, 2017 -

Roma, 29 nov. (askanews) – Su mandato della Dda, i carabinieri di Milano hanno fermato tre italiani, già noti alle forze dell’ordine, ritenuti responsabili a vario titolo di estorsione, usura e violenza privata, aggravati perché commessi con modalità mafiose. In manette anche il figlio del capo della locale di ‘ndrangheta.

Il provvedimento giunge a conclusione degli approfondimenti investigativi condotti dai militari del Nucleo Investigativo di Monza e della compagnia di Cassano D’Adda dopo l’attentato dinamitardo commesso nella notte del 10 ottobre scorso, quando venne fatto esplodere un ordigno I.E.D. (Improvised Explosive Device) a Pioltello, davanti alla porta di ingresso dell’abitazione di un 46enne ecuadoregno. Per lo stesso episodio era già stato arrestato, il 6 novembre scorso, Roberto Manno.

Le indagini hanno appurato che i presunti autori del reato nell’agosto 2016 avevano concesso un prestito di 3.000 euro a un 32enne ecuadoregno residente a Pioltello, pretendendone la restituzione con interessi usurari di 400 euro mensili, nonché con una penale di 50 euro per ogni giorno di ritardo rispetto al termine pattuito. La vittima era stata ripetutamente minacciata e persino caricata a bordo di un veicolo al cui interno era stata malmenata e seviziata allo scopo di ottenere il pagamento.

Gli arrestati sono stati portati nel carcere milanese di Opera, dove rimangono a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Red/Sav MAZ