Pressioni su Expo, Sala: mai autorizzato viaggio Paturzo a Tokio

La testimonianza del sindaco di Milano al processo contro Maroni

FEB 2, 2017 -

Milano, 2 feb. (askanews) – “Non ho mai autorizzato la trasferta di Maria Grazia Paturzo in Giappone”. Lo ha assicurato il sindaco di Milano, Beppe Sala, nel corso della sua testimonianza nell’aula del processo a carico del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, imputato per le presunte pressioni che sarebbero state esercitate sui vertici Expo per ottenere il pagamento delle spese di viaggio della stessa Paturzo nella missione del World Expo Tour a Tokio del 2 giugno 2014.

Secondo l’accusa formulata dal pm Eugenio Fusco, Maroni e la Paturzo, sua ex collaboratrice al Viminale, avevano “una relazione affettiva” e proprio per questo il governatore avrebbe preteso da Expo il suo inserimento nella delegazione in partenza per il Giappone e il conseguente pagamento delle spese di viaggio: quasi 6 mila e 500 euro tra volo in business class e pernottamento allo Hyatt Hotel. Sala, che all’epoca ricopriva il ruolo di commissario straordinario del governo per Expo, si oppose a quella richiesta. Soprattutto per due ragioni: “Il ruolo della Paturzo – ha spiegato l’ex numero uno di Expo in aula – non c’entrava nulla con la festa del 2 giugno. E una spesa di quasi 7 mila euro mi sembrava troppo elevata per un funzionario che aveva chiesto di viaggiare in business class”.

Il suo non fu tuttavia un rifiuto netto: “Non ho detto immediatamente no. Ho cercato di prendere tempo. Io dovevo compendiare da un lato la necessità di far rispettare tutte le procedure, dall’altro quella di mantenere i rapporti con i soci che erano i finanziatori della società”. Ma di certo, ha ribadito, “la mia intenzione era quella di far sì che la Paturzo non andasse a Tokio. Non mi sembrava una trasferta in linea con la sua missione e i costi erano troppo alti. Mi aspettavo che Christian Malangone (ex direttore generale di Expo, già condannato in abbreviato a 4 mesi per la vicenda) cercasse di convincere la controparte che non era il caso”.

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