Per tessile italiano fatturato 2016 atteso in lieve calo a 7,8 mld

Le stime diffuse in occasione della XXIV edizione di Milano Unica

FEB 1, 2017 -

Milano, 1 feb. (askanews) – Il tessile made in Italy dovrebbe chiudere il 2016 con un fatturato in lieve calo (-0,6%) rispetto al 2015, a 7,86 miliardi. Il condizionale è d’obbligo trattandosi ancora di stime, elaborate dal centro studi di Sistema Moda Italia e diffuse in occasione dell’inaugurazione della 24esima edizione di Milano Unica, il salone del tessile e degli accessori organizzato alla Fiera Milano di Rho.

Sul bilancio di settore incide il rallentamento delle vendite sui mercati internazionali (-2%), mentre il mercato interno, per lo più focalizzato su produzioni di successiva riesportazione, ha dimostrato interesse verso le produzioni italiane, contribuendo a un rallentamento più significativo delle importazioni (-2,5%). A fronte di questo andamento del commercio con l’estero, l’attivo commerciale del comparto si assesta sui 2,262 miliardi di euro. Il surplus della tessitura concorre, comunque, al 24,8% del saldo commerciale della filiera tessile-moda nel suo complesso, pur rappresentando solo il 15% del fatturato totale. Un dato, peraltro, relativamente stabile dal 2010 al 2016.

In un quadro economico ancora segnato da incertezze, Milano Unica punta a una edizione molto propositiva, con 365 espositori italiani ed europei, 40 giapponesi e 22 coreani. Un preludio a un cambiamento strategico importante per la fiera: l’anticipazione della XXV edizione di settembre (per la collezione autunno-inverno) a luglio, l’11, 12 e 13, sempre tra i padiglioni di Rho. “Se il futuro sarà improntato, come credo, sulla necessità di dialogare con il mondo attraverso canali multifunzionali, Milano Unica, in anticipo sul mercato tessile, propone MU365, una piattaforma interattiva e riservata a clienti selezionati, capace di creare contatti one-to-one con gli espositori ogni giorno, a qualsiasi fuso orario del Pianeta” afferma il presidente di Milano Unica, Ercole Botto Poala, che ha speso parole a favore dei giovani, vessati da una disoccupazione oltre il 40%.

“Ci stiamo fottendo il futuro – ha detto – per cui credo che come imprenditori abbiamo il dovere etico, sociale ma anche economico di investire sulla meritocrazia. Ci sono ragazzi che meritano di essere sostenuti perchè hanno una preparazione e una capacità incredibili e non è possibile che sia l’equity il problema. Le aziende devono avere il coraggio di adottare una start up come abbiamo fatto noi perchè fa benissimo anche al business”.

All’evento di inaugurazione di Milano Unica sono entrati di imperio temi come la nuova presidenza americana e la Brexit. “E’ una situazione complicata e senza precedenti – ha detto Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo Sviluppo economico – la presidenza Trump negli Stati Uniti è il segno di un desiderio di discontinuità, e poi c’è la Brexit messa un po’ in ombra in queste settimane dalle vicende della Casa Bianca”. “Per le nostre posizioni all’estero – ha detto Scalfarotto – alcuni ci percepiscono come anti-europeisti ma l’Ue ha senso se si torna ai suoi valori originari, non ha ragione di esistere se pensa solo ai decimali di bilancio”.

“Noi siamo tra i Paesi più europeisti – ha detto Claudio Marenzi, presidente di Smi – ma questo non vuol dire sempre sì alla posizione tedesca perchè la Germania è su delle posizioni che sono anti-manifatturiere nel settore della moda, vuole aprire ai Paesi asiatici senza reciprocità. Noi siamo la Germania della moda in Europa, per cui come l’Europa aiuta il sistema delle automobili in Germania deve aiutare il settore del manifatturiero della moda in Italia”.