Terremotati a rischio depressione e disturbi post traumatici

Ifc-Cnr: a dura prova capacità adattamento e salute psicologica

AGO 28, 2016 -

Roma, 28 ago. (askanews) – Le persone che hanno vissuto il terremoto sono a rischio di depressione e disturbi post traumatici da stress, avverte l’Istituto di fisiologia clinica Ifc-Cnr di Pisa, spiegando che le calamità naturali come il terremoto, che ha colpito l’Italia centrale nei giorni scorsi sono eventi, ‘superano l’ambito della normale esperienza e che quindi, dal punto di vista psicologico, rappresentano traumi tali da indurre stress in chiunque li abbia vissuti’.

Essere travolti da un evento di questo tipo, infatti, ‘mette a durissima prova le nostre capacità di adattamento e la nostra salute psicologica, sebbene le reazioni di stress vengano considerate una reazione normale a eventi eccezionali’ e ‘fondamentalmente, i rischi per la sfera psicologica sono legati all’insorgenza di patologie, spesso gravi, conseguenti alla cronicizzazione della paura, che diventa angoscia quando l’evento sismico non si esaurisce in breve ma si protrae nel tempo’. Una sollecitazione emotiva – spiegano gli esperti – che innesca una serie di effetti tipicamente legati all’esposizione cronica di stress, quali modificazioni dei livelli ormonali (cortisolo e catecolamine, nelle donne anche gli estrogeni), alterazioni del sonno e, nel lungo termine, variazioni cardiovascolari associate a un maggior rischio di sviluppare ipertensione, tachicardia e talvolta infarto del miocardio.

E tutto questo ‘crea una via preferenziale per l’insorgenza di patologie come la depressione e il disturbo post traumatico da stress (Dpts)’.

Il terremoto – spiegano gli esperti dell’Ifc-Cnr di Pisa -produce nelle persone uno choc emozionale intenso, tipicamente scatenando ansia, paura e attacchi di panico. E l’ansia è generalmente un’emozione a due facce: da un lato può spingere l’individuo a dare il massimo mediante una serie di processi dinamici neurali, fisiologici, comportamentali e cognitivi che portano all’adattamento; dall’altro può limitare l’esistenza dell’individuo inducendo alterazioni neurali, fisiologiche, comportamentali e cognitive che aumentano la vulnerabilità a manifestare patologie.

Inoltre, ‘per meglio comprendere l’impatto di un terremoto sulla sfera emotiva, è necessario conoscere le alterate funzioni cerebrali evidenti già nelle prime fasi dell’adattamento al trauma’. Studi in modelli animali dell’impatto dello stress acuto e cronico, hanno evidenziato cambiamenti fisiologici e morfologici in molte regioni cerebrali, in particolare nell’amigdala, nell’ippocampo e nella corteccia prefrontale. E – spiegano dall’Ifc-Cnr – questi studi sono risultati sono coerenti con quanto riscontrato in uno studio umano condotto nei sopravvissuti al terribile terremoto di magnitudo 8.0 che sconvolse una zona della Cina nel 2008, in cui si monitorò la funzionalità cerebrale per mezzo della risonanza magnetica funzionale. I sopravvissuti mostravano, già 25 giorni dopo l’evento, un’iperattività a livello del sistema limbico e della corteccia pre-frontale e un’attenuata connettività funzionale nelle aree limbiche frontali e nelle regioni striatali, notoriamente coinvolte nel processa mento delle emozioni.

L’esposizione a fattori di stress di natura così intensa, oltre a modificazioni di funzionalità cerebrale, innesca, nel giro di pochi minuti, anche alterazioni a livello molecolare, predisponendo così allo sviluppo della sintomatologia depressiva e del Disturbo Post Traumatico da Stress.(Segue)