Mose Venezia, giudici: Milanese si è piegato per scopi di lucro

"Nessun legame tra tangente e finanziamento dell'opera"

LUG 14, 2016 -

Milano, 14 lug. (askanews) – Marco Milanese si è reso “disponibile a piegare per scopi di lucro il dovere di lealtà dovuto nei confronti dello Stato e della Pubblica Amministrazione”. Ecco perché l’ex deputato del Pdl, considerato il braccio destro dell’ex Ministro Giulio Tremonti, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere nel processo milanese sul Mose di Venezia.

I giudici della quarta sezione penale di Milano lo hanno ritenuto colpevole di traffico di influenze illecite, riqualificando l’ipotesi di reato di corruzione contestata nei suoi confronti dal pm Roberto Pellicano che aveva chiesto di condannarlo a 3 anni e 6 mesi. Nelle motivazioni della sentenza, depositate ieri, i giudici di soffermano sulla “spregiudicatezza” dimostrata da Milanese che all’epoca del fatto era “titolare” di “delicatissimi compiti (…) di raccordo tra l’esecutivo e il Parlamento”.

Stando all’accusa, l’ex fedelissimo del ministro Tremonti avrebbe ricevuto una tangente da 500 mila euro da Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, per influenzare le decisioni del Cipe sullo sblocco dei fondi necessari per il finanziamento dell’opera. E secondo i giudici “non vi è dubbio” che dal processo “siano emersi sufficienti elementi di prova volti a dimostrare che Marco Milanese si sia dato da fare, sfruttando le relazioni esistenti con i funzionari del Ministero dell’Economia e con il Ministro stesso, competenti a fare inserire i fondi per il Mose tra gli stanziamenti inclusi nella delibera Cipe”. Così come è stato accertato che abbia percepito “indebitamente la somma di denaro” pari a 500 mila euro “come prezzo della propria mediazione illecita, in palese violazione dei principi di indipendenza e imparzialità della Pubblica Amministrazione”.

Che l’ex parlamentare Pdl abbia intascato una tangente, secondo i giudici, è dunque un fatto provato. E allora come mai non è stato condannato per corruzione? Perché, sottolinea ancora il Tribunale nelle motivazioni della sentenza, nel corso del processo non è stato possibile “individuare nella dazione di denaro a Milanese, la causa della scelta di finanziare il Mose”.