Garante Privacy: nel Jobs Act no a forme invasive di controllo

"Monitoraggio non diventi indebita profilazione dei lavoratori"

GIU 23, 2015 -

Roma, 23 giu. (askanews) – “E’ auspicabile che il decreto legislativo all’esame delle Camere sappia ordinare i cambiamenti resi possibili dalle innovazioni in una cornice di garanzie che impediscano forme ingiustificate e invasive di controllo, nel rispetto della delega e dei vincoli della legislazione europea”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, nella Relazione 2014 tenuta alla Camera dei Deputati, riferendosi alle polemiche sulle novità previste nel Jobs Act in materia di controllo a distanza sui lavoratori attraverso strumenti tecnologici.

“Nei rapporti di lavoro – ha spiegato Soro – il crescente ricorso alle tecnologie nell’organizzazione aziendale, i diffusi sistemi di geolocalizzazione e telecamere intelligenti hanno sfumato la linea – un tempo netta – tra vita privata e lavorativa. Un più profondo monitoraggio di impianti e strumenti non deve tradursi in una indebita profilazione delle persone che lavorano. Occorre sempre di più coniugare l’esigenza di efficienza delle imprese con la tutela dei diritti”, ha concluso il garante.