L’oppositore russo Navalny dimesso dall’ospedale a Berlino

Le indagini tedesche potrebbero arrestarsi

SET 23, 2020 -

Berlino, 23 set. (askanews) – Alexei Navalny, l’oppositore russo avvelenato lo scorso 20 agosto con un agente da guerra chimica, è stato dimesso dall ospedale Charité di Berlino dove era ricoverato dal 22 agosto. Un evento importante, non una semplice buona notizia sulla salute dell’avvocato blogger, ma anche un evento decisivo sulle sorti delle indagini.

Già perchè, come sottolineava nei giorni scorsi la “Sueddeutsche Zeitung”, le indagini sull’avvelenamento in Russia da parte tedesca sarebbero state possibili soltanto se Navalny fosse deceduto in Germania o comunque se le condizioni fossero peggiorate. “La Germania non può e non deve diventare il poliziotto del mondo e invocare la cosiddetta giurisdizione universale ai sensi del Codice penale internazionale”. Il governo federale – continua diplomaticamente la gazzetta – “ha fatto di tutto” per ottenere prove che Navalny fosse stato avvelenato ma è convinto che la sua vita non sia stata salvata solo dai medici tedeschi. Anche il fatto che gli sia stato somministrato immediatamente il principio attivo atropina nell’ospedale di Omsk ha contribuito in modo significativo. E soprattutto il fatto che i piloti dell’aereo dove Navalny avvelenato si contorceva urlando, abbiano deciso di fare subito un atterraggio di emergenza.

Navalny però ha già scritto chi ritiene gli abbia realmente salvato la vita. La moglie Julia, con la quale è sposato da 20 anni, e che in queste settimane non lo ha mai lasciato: “Non importa quanto siano interessanti le spiegazioni scientifiche e mediche, ora lo so per certo solo per esperienza personale: l’amore guarisce e ti riporta in vita. Julia, mi hai salvato e lascia che sia scritto nei libri di testo di neuroscienza”.