Italiani refrattari all’uso della cintura di sicurezza in auto

Uno spot per far riflettere aa Unasca ed Efa con la Ong RSI

SET 15, 2020 -

Milano, 15 set. (askanews) – Gli italiani sono refrattari all’utilizzo delle cinture di sicurezza. L’Italia si conferma agli ultimi posti in Europa per il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza sui sedili degli autoveicoli fino a 3,5 tonnellate (auto e furgoni). Le ultime statistiche europee sono state pubblicate da ETSC (European Transport Safety Council) nel 2015, dove nel confronto tra i vari paesi, l’Italia ne esce decisamente male.

Sui sedili anteriori i tassi di utilizzo delle cinture di sicurezza sono più alti in Germania, Svezia, GB ed Estonia con il 98% dei passeggeri che si allacciano le cinture di sicurezza durante gli spostamenti (Fig.5). I tassi di utilizzo delle cinture di sicurezza sui sedili anteriori rimangono al 61% in Croazia, al 62% in Italia, al 74% in Serbia, all’82% in Lettonia e all’83% in Ungheria.

Le disparità tra i paesi sono ancora maggiori quando si tratta di indossare le cinture di sicurezza sui sedili posteriori: dal 98% in Germania e Repubblica Ceca a solo l’1% in Croazia (Fig.6).

Indossare la cintura di sicurezza sui sedili posteriori è ancora eccezionale in Serbia con il 7% dei passeggeri dei sedili posteriori che allacciano le cinture, in Italia (15%) e in Lituania (33%). Il maggiore aumento negli ultimi cinque anni nel tasso di utilizzo delle cinture di sicurezza posteriori è stato registrato in Austria, Estonia, Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia.

Per evidenziare la gravità della situazione e sensibilizzare l’utenza, L’UNASCA (associazione nazionale autoscuole) e EFA (federazione europea di autoscuole) in collaborazione con la ONG greca RSI (road safety institute) hanno prodotto il remake di un video messaggio molto forte di fine anni ’90 riportante le conseguenze sugli occupanti di un veicolo, a seguito del mancato utilizzo delle cinture di sicurezza sui sedili posteriori degli autoveicoli.