Hong Kong, l’attivista pro-dem Joshua Wong incita i sostenitori

A giudizio per l'assedio al Palazzo della Polizia nel 2019

AGO 5, 2020 -

Hong Kong, 5 ago. (askanews) – “Con l’accusa politica che stiamo affrontando e le minacce di Pechino, non è il momento di arrenderci, né di vivere nella paura. Il governo cerca di perseguitarci per le proteste dell’estate scorsa al Quartier generale della Polizia ma non è tempo di mollare”.

A parlare è il giovane dissidente cinese e leader pro-democrazia Joshua Wong, 23 anni, al suo arrivo in tribunale a Hong Kong per essere processato in seguito alle manifestazioni del 21 giugno 2019 durante le quali migliaia di sostenitori del movimento pro-democrazia, principalmente studenti, assediarono il Quartier generale della Polizia per protestare contro un emendamento, poi annullato, alla legge di sicurezza nazionale di Hong Kong, voluta da Pechino, che prevedeva di estradare verso la Cina continentale le persone accusate di reati gravi come omicidi e stupri; accuse strumentali che, secondo gli studenti, il governo cinese avrebbe potuto usare come pretesto per allontanare i dissidenti.

Con Wong, fondatore del movimento Demosisto e leader della rivoluzione degli ombrelli del 2014 c’era la fedelissima Agnes Chow.

“Non ci arrenderemo e continueremo a lottare per la libertà e la democrazia di Hong Kong – ha detto la giovane dissidente – con il forte senso di paura instillato nei cittadini da questa legge sulla sicurezza nazionale, è ancora più importante per noi di Hong Kong non arrenderci e continuare a credere nei valori universali di democrazia e libertà”.

Il 30 luglio 2020 il governo di Hong Kong ha annullato molte candidature per il voto legislativo di settembre, tra cui proprio quella di Wong. Il 3 agosto inoltre, il governo locale di Hong Kong, diretta emanazione di Pechino, ha annunciato il rinvio delle elezioni adducendo come motivazione la pandemia di Covid-19 in corso.