Coronavirus, ricerca Gimbe: incremento stabile di nuovi casi

Lombardia sempre osservata speciale con oltre il 57% dei positivi

LUG 23, 2020 -

Milano, 23 lug. (askanews) – I nuovi casi di contagio da coronavirus Sars-Cov2 in Italia sono in lieve e costante aumento, nella settimana dal 15 al 21 luglio 2020, con una risalita della curva epidemiologica rispetto alla settimana precedente; lo conferma una ricerca indipendente della Fondazione Gimbe.

 

Si tratta di 1.408 nuovi positivi rispetto ai 1.388 dei giorni precedenti, con un incremento di 20 casi a fronte di un numero minore di tamponi effettuati; 12.248 sono gli “attualmente positivi” al 21 luglio 2020.

 

Insomma, dai dati emerge ancora una circolazione endemica del coronavirus in Italia con una risalita costante del numero di contagi, legati prevalentemente a nuovi focolai e a “casi di rientro” dall estero; una situazione che deve suonare come un campanello d’allarme invitando tutti a non abbassare la guardia.

 

“Per la gestione ottimale di questa fase dell’epidemia – ha spiegato il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta – restano indispensabili tre strategie: igiene personale, distanziamento sociale evitando assembramenti e uso della mascherina nei luoghi pubblici chiusi o all’aperto quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza. È importante, inoltre, identificare e isolare i focolai e potenziare i test negli aeroporti per arginare i casi di rientro”.

 

La maggior parte dei contagiati – il 57,2% – si trova ancora in Lombardia); un ulteriore 29,5% si distribuisce tra Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Veneto e il rimanente 13,3% in 16 Regioni e Province autonome con qualche picco in Campania e nuovi casi legati essenzialmente a casi d’importazione o contagi di rientro dall’estero, in particolare Paesi balcanici e America latina.

 

La nota positiva è un alleggerimento della pressione sugli ospedali con meno pazienti ricoverati con sintomi (732 al 21 luglio) e in terapia intensiva (49) mentre, nel periodo analizzato, hanno perso la vita 89 persone (con un tasso d’incremento dello 0,3%). Va precisato, però, che i dati sui ricoveri si riferiscono al numero dei posti letto occupati e non permettono di conoscere il numero di pazienti ricoverati e dimessi, per guarigione o decesso.