Cara Italia ti scrivo, Sereni: più solidarietà e sostenibilità

Viceministra Esteri apre rubrica in collaborazione con Globe

MAG 26, 2020 -

Roma, (askanews) – Marina Sereni, Vice Ministra per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale e membro della Direzione Nazionale del Partito Democratico, apre gli appuntamenti di Cara Italia ti Scrivo, la rubrica settimanale di askanews in collaborazione con Globe, Associazione nazionale per il Clima, pensata per raccogliere testimonianze e opinioni in una sorta di laboratorio delle energie del paese per ripensarlo dopo Covid-19.

“Cara Italia ti scrivo: mentre stiamo cercando di uscire dalla pandemia dobbiamo anche riflettere sulle lezioni che ci ha lasciato. Distanti fisicamente ma non distanti emotivamente, abbiamo scoperto che c’è bisogno di tanta solidarietà in più. Abbiamo scoperto che ci sono persone indispensabili, che hanno svolto una funzione fondamentale. Sono i medici, e tante donne, dottoresse, infermiere, impegnate in un sistema sanitario pubblico che ha salvato tantissime vite anche a costo delle proprie. E, come detto, abbiamo scoperto che c’è bisogno di più solidarietà perchè questo virus ci ha lasciato un pò più deboli, economicamente e socialmente dobbiamo ripartire, ma per ripartire dobbiamo essere più vicini a chi è più debole, alle bambine e ai bambini che hanno bisogno della società adulta ma anche alle persone che hanno meno risorse. Più solidarietà per uscire da una crisi che abbiamo contrastato con coraggio ma che adesso ne chiede ancora di più”.

“Su un muro, cosa che gira molto su Internet, ho visto scritto ‘Non vogliamo tornare alla normalità perchè la normalità era il problema’. E’ un punto da cui dobbiamo partire. Noi non vogliamo tornare al mondo come era prima del Covid, vogliamo uno sviluppo più sostenibile, socialmente e ambientalmente. Avevamo già individuato in Italia ed in Europa la Green Economy come una delle chiavi per uno sviluppo accelerato e migliore e da lì dobbiamo ripartire. Avevamo individuato l’esigenza di essere attenti alle diseguaglianze e ancora di più lo dovremmo essere adesso, quando chiaramente si è evidenziato come la salute pubblica sia un bene comune. E che il sistema sanitario pubblico è un bene da difendere. Quindi: più equità e più attenzione all’ambiente, mettendo insieme due ingredienti necessari per pensare ad una ripartenza che non ci porti dove eravamo prima ma ci porti in un posto migliore di dove eravamo prima”.

“Il virus ci ha insegnato che non ci sono confini. A dire il vero ce lo aveva già insegnato il cambiamento climatico. Ci sono dei problemi, dei rischi, dei pericoli che non si fermano ai confini nazionali. E allora questo indica la fine del sovranismo, la fine del nazionalismo. Non c’è nazionalismo che possa rispondere ad una crisi come quella del Covid. Allora c’è bisogno di cooperazione internazionale. L’Italia ad esempio non sarà mai sicura se non saranno sicuri i nostri vicini della sponda Sud del Mediterraneo. L’Italia e l’Europa debbono guardare ancora di più, con più attenzione e più risorse, al vicinato meridionale, cioè al Nord Africa e al Continente africano. Mi sembra un modo per spendere la lezione del Covid. Se stiamo veramente uscendo dalla Fase 1, come credo, e quindi abbiamo meno problemi sanitari allora dobbiamo guardare ai paesi della sponda Sud del Mediterraneo perchè sono paesi più fragili di noi, dobbiamo essere pronti con la cooperazione italiana e dobbiamo essere pronti a cooperare anche per il futuro. Per un modello di sviluppo più equo e anche un’area di riferimento strategica che non può essere che quella euromediterranea”.