Riapre PirelliHangarBicocca: digitale e relazione con la città

Lo spazio milanese visitabile nei weekend, mostre proseguono

MAG 25, 2020 -

Milano, 25 mag. (askanews) – E’ stato uno dei primi musei milanesi a riaprire, sabato 23 maggio, con l’obiettivo di continuare a fornire un’esperienza di visita non troppo diversa da quanto accadeva prima del Covid, ovviamente con tutte le misure di sicurezza e le precauzioni richieste dalla legge. In Pirelli HangarBicocca, importante spazio di arte contemporanea, si possono di nuovo visitare le ormai leggendarie torri di Anselm Kiefer, insieme alla mostra di Trisha Baga, prorogata, e a quella monumentale su Cerith Evans.

La riapertura è stata anche l’occasione per incontrare il nuovo general manager del museo, Alessandro Bianchi.

“Certamente i musei devono riaprire – ha detto ad askanews – la vita deve ricominciare e noi lo abbiamo fatto con un certo anticipo, anche perché siamo stati fortunati: abbiamo un immobile molto ampio, che ce lo consente, un Comune come quello di Milano che ci ha aiutato e possiamo offrire una fruizione semplice. Chi verrà qui in HangarBicocca vedrà pochi cambiamenti rispetto alle abitudini precedenti”.

Lo spazio di Pirelli è diventato, negli anni, uno dei poli di riferimento della vita culturale milanese, ma anche un luogo della città, in un senso più ampio.

“Si tratta di ridare normalità anche nella fruizione dei musei in generale – ha aggiunto Bianchi – che sono un pezzo della vita delle persone, a mio avviso importante, ma è solo un pezzo. Essere stati tra i primi a riaprire, anche metaforicamente, dà l’idea del fatto che bisogna spingere anche su altri tasselli, come le librerie, i negozi e altre attività di pari importanza”.

Al momento la riapertura riguarda solo i weekend, sabato e domenica, dalla 10.30 alle 20.30. Guardano al futuro, poi, in Pirelli HangarBicocca si sottolineano due punti in particolare: la digitalizzazione, che integra senza sostituire in nessun modo la visita diretta, ma offre nuove opportunità, e la continuità dei progetti espositivi.

“Se riusciamo vogliamo mantenere quanto abbiamo promesso precedentemente – ha concluso il general manager -, ma a questo vorrei integrare una serie di attività di engagement, che vanno dal digitale alla relazione con il quartiere. Si arriva anche a una relazione di prossimità, magari superiore a quello che poteva essere il posizionamento precedente di Hangar”.

Un posizionamento che passa, necessariamente, attraverso la suggestione degli spazi, ma in questo momento anche del tempo. Tornare a sentire la vibrazione dei Palazzi Celesti dopo il lockdown, per esempio, è un’emozione forte, nonché una possibile metafora del ritorno, intriso però, almeno si spera, di una diversa consapevolezza.