Superare la quarantena con i figli, i consigli di Daniele Novara

Il pedagogista: teniamoli vivi, meno video lezioni e videogiochi

APR 2, 2020 -

Roma, 2 apr. (askanews) – Trascorrere la quarantena con i più piccoli. Può essere un incubo o, se gestita con intelligenza, un’occasione straordinaria di apprendimento per i bambini e di crescita educativa per i genitori, che, ricorda il pedagogista piacentino Daniele Novara – in un’intervista via Skype dalla sua casa a Piacenza, attuale epicentro dell’epidemia, come sempre devono giocare il ruolo di educatori e non essere amici dei figli.

“I bambini sono paradossalmente quelli che si adattano meglio, meglio dei genitori, per loro in fondo è un po’ una ‘goduria’, diciamo così avere a disposizione i genitori 24 ore al giorno, stare appiccicati e attirare la loro attenzione”, ha spiegato.

“Però, c’è un però, perché il bambino ha dei bisogni evolutivi in tutta questa fase di crescita importante – ha proseguito – I bambini hanno dei bisogni motori, bisogni di apprendimento, bisogni di socializzazione e anche se apparentemente sono bravi e più o meno si adattano, ogni tanto fanno dei pasticci, ma niente di speciale, questa situazione pesa sulle loro crescita, i bambini sono il nostro futuro, bisogna avere un’attenzione particolare, nella logica di farli lavorare e proporre loro tante attività, nell’ottica di tenerli vivi, perché ci può essere fra due o tre mesi un danno effettivo”.

Non abbandonarli quindi davanti agli schermi, siano essi la televisione, l’ipad o i videogiochi. Per gli affetti organizzare il tempo anche con delle videochiamate ai parenti, Novara ha due nipotini, di 3 e 6 anni, che sente regolarmente.

E poi c’è la scuola con la teledidattica. L’autorevole pedagogista, autore di bestseller come “Litigare fa bene” (Bur 2013) e “Cambiare la scuola si può” (Bur 2018) invita gli insegnanti a non dare voti o fare interrogazioni durante le lezioni a distanza e sul tema ha organizzato anche delle conferenze online con il suo Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (Cpp):

“Io ho contestato il ‘video lezionismo’ delle scuole, come eccesso di video lezioni, di incombenze. Non è possibile, il bambino è anche un po’ alterato nel contesto della clausura casalinga, le capacità di concentrazione che già sono bassissime, sono ulteriormente limitate, per cui non è il caso di ossessionarli con attività che viceversa devono essere concentrate nel tenerli vivi, questo è importante”, ha sottolineato.

“Senz’altro la didattica a distanza ma di tipo maieutico, didattica che non sia trasmissiva, che non sia semplicemente voler finire il programma, ma di quale programma stiamo parlando, questo rischia di essere ridicolo e grottesco, rischiamo di essere ricordati come quelli che volevano finire il programma nell’emergenza del virus, mettiamoci un attimo di buon senso”, ha concluso.