miart 2020, la simpatia tra le cose come ispirazione per la fiera

A Milano il 17-19 aprile, evento sempre più internazionale

GEN 21, 2020 -

Milano, 21 gen. (askanews) – Una fiera d’arte moderna e contemporanea che si ispira all’idea di Luciano Fabro di insistere sulla “simpatia tra le cose”. E’ stata presentata con questo spirito la 25esima edizione di miart, per il quarto anno diretta da Alessandro Rabottini. “Negli anni – ha detto ad askanews – abbiamo sempre di più lavorato per mostrare come in realtà l’arte moderna e quella contemporanea non siano due ambiti distinti, ma siano in profonda relazione reciproca. Quest’anno abbiamo sentito l’esigenza di ampliare e approfondire questo dialogo, includendo non solamente l’arte moderna e l’arte contemporanea, ma anche il design di ricerca e la riflessione sull’architettura. Quindi le gallerie di design non avranno aree separate, ma saranno tutte insieme nel percorso della mostra”.

Organizzata da Fiera Milano nei propri quartieri cittadini dal 17 al 19 aprile, miart si pensa oggi come ponte tra le discipline della creatività artistica, ma anche come momento per incontrare 181 gallerie provenienti da 20 Paesi, con 36 prime volte e il ritorno di alcuni grandi nomi come Gagosian o Franco Noero. Strutturata su cinque sezioni e ancora con Intesa Sanpaolo nelle vesti di main sponsor, miart 2020 è anche un momento chiave per la vita culturale della città.

“Questa edizione – ci ha detto Filippo Del Corno, assessore alla Cultura di Milano – conferma la centralità internazionale di quella che ormai è una delle diere di arte moderna e contemporanea più importanti al mondo. Sicuramente la presenza di gallerie che provengono da altre città e altri Paesi testimonia questa centralità internazionale che miart ha acquisito e la città accompagna la fiera con al Milano Art Week, che vede tutte le associazioni pubbliche e private che si occupano di arte a Milano aprire i battenti delle loro istituzioni museali e sedi espositive con iniziative speciali. E questo aumenta il tasso di desiderio rispetto alla destinazione Milano”.

Oltre ai cinque premi e alle selezioni del Fondo di acquisizione di Fondazione Fiera Milano, si terranno anche le consuete conversazioni aperte al pubblico, quest’anno sul tema “l’esistenza dell’artista”, con ospiti come Paola Antonelli, Christian Marclay, Hans Ulrich Obrist, Massimiliano Gioni. E a tutto ciò si aggiungono le mostre e le iniziative di moltissimi musei e istituzioni cittadine, tra i quali possiamo citare il progetto di Olafur Eliasson per Fondazione Trussardi oppure la personale di Tania Bruguera al PAC.

“Una fiera – ha concluso Alessandro Rabottini – deve rimanere un momento solido di mercato, ma può anche diventare un attore che nella città attiva delle relazioni culturali”. Entrambe le cose, il mercato e le relazioni culturali, sembrano essere pronte a mostrarsi al proprio meglio nel prossimo mese di aprile.