Investire sui bambini, sfida di Consorzio Pan e Intesa Sanpaolo

Ministra Bonetti: proponiamo al Paese un cambio di paradigma

DIC 2, 2019 -

Milano, 2 dic. (askanews) – Investire sul futuro, concretamente, partendo dai servizi educativi per i bambini da 0 a 3 e da 3 a 6 anni. Di questo si è discusso in un convegno organizzato a Milano dal Consorzio Pan – Servizi per l’infanzia, nel quale si è fatto il punto sulla situazione in Italia e sulle iniziative private che sostengono l’educazione dei più piccoli. Tra i relatori anche la ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, che ha sottolineato l’importanza proprio del verbo “investire”.

“E’ un cambio di paradigma che stiamo proponendo al Paese – ha detto ad askanews – perché rimettere al centro l’educazione significa rimettere al centro il valore delle nuove generazioni che vanno non solo sostenute, ma vanno liberate e vanno messe in campo come delle risorse di cittadinanza che sono già presenti, per fare questo l’educazione richiede investimenti di politiche, di risorse, ma anche di attivazione di reti sociali e quindi più che di sostenere dobbiamo iniziare a parlare di valorizzare, di permettere di essere, di liberare protagonismo, questo è quello che ci ha chiesto la Convenzione internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed è la nuova sfida che ci attende”.

Tra i soci del consorzio Pan, insieme a Gruppo nazionale CGM e Consorzio Con.Opera, anche Intesa Sanpaolo, che al tavolo dei relatori ha portato il proprio responsabile Direzione IMPACT, Marco Morganti, che, tra le altre cose, cura anche i progetti di prestiti senza garanzia agli studenti universitarti, per il solo merito negli studi. In questo caso si parla invece di asili.

“C’è la volontà di considerare tutto il percorso della persona – ci ha spiegato Morganti – da quando viene al mondo fino a quando arriva al lavoro, perché a una grande banca questo compete. Lungo quel percorso quella persona incontra, quasi fossero degli ostacoli, cosa che ovviamente non dovrebbe essere, i suoi diritti costituzionali: il diritto a lavorare, il diritto alla salute, il diritto all’istruzione. Noi sappiamo che una parte significativa di questi diritti non viene realizzata, non per colpa della persona, ma per fattori esterni. Una grande banca deve esercitare lì la sua responsabilità sociale”.

Una responsabilità sociale che è parte dello stesso core business della banca, ha aggiunto Morganti, partendo dagli assunti che i bambini rappresentano il futuro e gli adulti di domani e che l’educazione resta una responsabilità collettiva.