Anche gli emofilici alla Color Run: sport oltre la malattia

Roche Italia e il team della campagna "Ridisegnamo l'emofilia"

SET 16, 2019 -

Rho, 16 set. (askanews) – Si può correre e fare sport, anche se si soffre di emofilia, una malattia ereditaria del sangue che colpisce 320mila persone nel mondo e 5mila in Italia e può comportare sanguinamenti incontrollati, spontanei o causati da piccoli traumi. Oggi però lo scenario sta evolvendo e la ricerca scientifica e le nuove terapie stanno offrendo prospettive e opportunità di migliore gestione della patologia. E, per darne una prova tangibile, Roche Italia ha scelto di promuovere la propria campagna “Ridisegnamo l’emofilia” alla Color Run di Milano, corsa non competitiva alla quale ha preso parte con un proprio team, composto di pazienti, medici e amici delle associazioni di malati di emofilia.

E Stefano Boerci, rappresentante dell’Associazione dei coagulopatici ed emofilici di Milano, prima di prendere parte alla gara, ci ha raccontato come è cambiata la sua vita negli ultimi anni. “Per gli emofilici nati dagli Anni 90 in poi – ci ha detto – la situazione è molto diversa rispetto a prima, nel senso che le cure permettono di svolgere qualsiasi attività sportiva, ovviamente nei limiti delle proprie possibilità, con la consapevolezza necessaria per preservare il più possibile le articolazioni e la muscolatura, ma con queste attenzioni è possibile fare qualsiasi attività e oggi siamo qui per dimostrarlo”.

Roche Italia, in collaborazione con la Federazione delle associazioni emofilici FedEmo e della Fondazione Paracelso onlus, vuole dare spazio a un racconto positivo e costruttivo dell’emofilia, per mostrare come anche le persone affette da questa patologia possano vivere, nella metafora dell’evento, “una vita a colori”.

“La qualità della vita – ha aggiunto Stefano – è cambiata tanto e oggi possiamo svolgere qualsiasi tipo di attività, sia sportiva sia nella vita di tutti i giorni, perché anche qui ci è richiesto di essere molto dinamici, di spostarci. E le cure disponibili oggi ci consentono di svolgere tutte queste attività”.

Nello scenario del polo di Rho che nel 2015 ha visto il grande evento dell’Expo milanese, migliaia di persone hanno vissuto un pomeriggio di musica, festa e sport, che è stato però anche un momento di lotta alle malattie rare, che la ricerca medica e farmaceutica sta sempre più affrontando nell’ottica di dare ai pazienti possibilità di vite normali.