Fisco: affidare alla Corte dei Conti le Commissioni tributarie

Proposta sostenuta dai commercialisti italiani riuniti a Ischia

GIU 24, 2019 -

Napoli, 24 giu. (askanews) – Il rilancio economico del Pese passa anche attraverso il coinvolgimento dei professionisti più vicini al mondo delle imprese e del lavoro – come i commercialisti – mettendo a valore da parte del legislatore la loro esperienza ascoltando cioè proposte concrete per sciogliere i non pochi nodi tecnici presenti nei provvedimenti in materia economica e fiscale.

E’ in sintesi il messaggio che emerge dal forum nazionale dei commercialisti, che si è svolto a Ischia, dedicato alla crisi di impresa e al processo tributario. “Le riforma oggi sono la leva per rilanciare l’Italia – dice Vincenzo Moretta, presidente dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli – I commercialisti ci sono e, anche con le loro specializzazioni, è necessario che ci siano. Sono il termometro dell’economia del Paese, gli osservatori, i controllori del tessuto delle piccole e medie imprese che sono la più importante risorsa del sistema Italia”.

Tra le proposte concrete che i commercialisti stanno portando avanti c’è la richiesta di affidare ai giudici della Corte dei Conti le Commissioni Tributarie, idea sulla quale da tempo si lavora nelle diverse sedi istituzionali per garantire anche nella fase transitoria della riforma della Giustizia tributaria professionalità e tutele. “Come Corte dei Conti – spiega Francesco Fimmanò, vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti – abbiamo una risoluzione del consiglio di presidenza che, accogliendo una mia proposta, prevede il mantenimento delle Commissioni Tributarie con un ruolo ad esaurimento che arrivi, nel giro di qualche anno, a sostituire le componenti ‘non professionalizzate’ delle Commissioni Tributarie per affidare la giustizia tributaria ai magistrati della Corte dei Conti, con concorso e che andrebbero un ruolo speciale. Ciò consentirebbe alla Corte di Cassazione di mantenere il terzo grado giudizio e risolverebbe anche le problematiche di una magistratura non professionalizzata”.

Catello Maresca, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, nel corso dei lavori, infine, ha auspicato per la giustizia tributaria una riforma nel più breve tempo possibile ma sempre all’insegna di terzietà e imparzialità degli organi giudicanti. “In questo senso – ha sottolineato Maresca – i progetti che sono sul piatto e sono all’analisi di Camera e Senato, anche con opzioni interpretative diverse, partono da questi principi. E quindi si parla e quindi si parla di giudici togati, di un sistema anche monocratico che possa assicurare maggiore rapidità nell’intervento, si parla sostanzialmente di una giurisdizionalizzazione del sistema”.

Per avere una definizione economica della complessità e strategicità del tema basti pesare che è stimata intorno ai trenta miliardi l’area di conflittualità sottoposta oggi alla giustizia tributaria.