Piero Bassetti: creiamo la comunità degli Italici

200 milioni nel mondo gli amanti della civiltà italiana

GIU 21, 2019 -

Roma (askanews) – Nel mondo “glocale” i popoli non sono più quelli che stanno dentro gli Stati nazionali, ma quelli uniti da comuni valori. Per questo Piero Bassetti, primo presidente della Lombardia, poi parlamentare e presidente della Camera di Commercio di Milano, con la sua Fondazione Globus et Locus, sta cercando di organizzare il popolo degli Italici. “Globalismo e localismo – dice Bassetti in questa videointervista – sono già conciliati e in un certo senso segnano l’insuccesso dei sovranismi. Il globale infatti include tutti i locali, quindi non solo le 200 Nazioni, ma anche altre articolazioni, come le città, che non dipendono più solo dalle loro capitali, ma per esempio dalla finanza globale, eccetera. Quindi il nostro mondo è già “glocale” e il suo territorio è la rete, non sono più i confini, tanto è vero che i geolocalizzatori superano i confini nazionali nati con la pace di Westfalia. Questa evoluzione richiede nuovi popoli: ciascuna famiglia italiana non vive più i figli che lavorano all’estero come fuori dall’Italia, ma come in Europa o nel mondo, perchè siamo tutti un po’ cittadini del mondo, ma anche di Milano o della nostra strada. Quindi il globalismo ha esaltato anche il localismo”.

In questo quadro, chi sono gli Italici, cui Bassetti ha dedicato qualche anno fa un libro dal titolo “Svegliamoci Italici”? “Gli Italici sono in primo luogo gli italiani, poi tutti quelli che per effetto delle nostre migrazioni, dopo due o tre generazioni rimangono italici, perchè magari non sanno più parlare l’italiano, ma restano legati ai valori della nostra civiltà. Poi ci sono tutti quelli che pur non avendo sangue italiano, amano l’Italia, la sua arte, la sua cultura, i suoi paesaggi, Dante e Leonardo, insomma i valori della civiltà italiana che affondano le radici in Roma antica. Noi stimiamo che gli Italici siano circa 200 milioni nel mondo. Quelli che dopo essere diventati americani o australiani o brasiliani si ricordano a poco a poco che loro sono brasiliani diversi da quelli di origine spagnola. Tutti questi Italiai vanno svegliati alla loro italianità e li stiamo svegliando in tutti i modi, partendo anche dagli intellettuali, ai quali bisogna dire: guarda che non sei un bastardo, sei un ibrido. Li vogliamo svegliare a questa prospettiva perche’ quando sarà tramontata l’organizzazione del mondo basata sugli Stati, ci saranno grandi popolazioni unite dalle civiltà. E noi Italici, con 2500 anni di civiltà alle spalle, siamo secondi solo ai cinesi che ne hanno 4500. Se riusciremo a mettere insieme gli Italici conteremo di più nel mondo”.