I surgelati piacciono sempre più agli chef (e trainano consumi)

Rapporto Iias: Nel 2018 il frozen food ha registrato un -0,3%

GIU 12, 2019 -

Milano, 12 giu. (askanews) – La crescita del 2017 è stata una eccezione per il comparto dei surgelati in Italia, che nel 2018 hanno visto arrestare quella corsa fermandosi a un -0,3% nei consumi rispetto ai dodici mesi precedenti. Un risultato di sostanziale stabilità che il presidente dell’Istituto italiano alimenti surgelati, Vittorio Garavaglia, legge in positivo alla luce dei dati sul comparto alimentare in generale: “Il 2018 è stato un anno molto complicato per l’economia italiana – ha detto presentando il Rapporto annuale sui Consumi dei prodotti surgelati in Italia -Secondo l’Istat il comparto alimentare in generale ha avuto un decremento dell’1,3% a volume i surgelati hanno chiuso a -0,3% una cifra importantissima e interessantissima grazie alle nostre aziende che hanno interpretato le nuove tendenze dei consumatori”

All’interno di questo -0,3% ci sono però dei trend che raccontano dove stanno andando i consumatori e come cambiano le abitudini alimentari del Paese: “L’elemento primo che traina i surgelati sono i vegetali che rappresentano il 47% del globale seguiti da patate fritte e da ittico – spiega Garavaglia – Questi sono i capisaldi ma non vorrei trascurare pizza e ricettati: la pizza è al quarto posto e i ricettati che però risentono delle problematiche nazionali”.

Quella dei ricettati, in particolare, è una storia che racconta di una tendenza sempre più solida per il comparto dei surgelati:

se infatti c’è stato un calo delle vendite nel canale retail (-1,6%) per i ricettati l’incremento è netto nel catering (+3,8%), segnale di come la ristorazione stia diventando sempre più importante per questo mercato.

“Il prodotto surgelato venduto a casa ha avuto un decremento dell’1,5% di converso il prodotto fuori casa è aumentato dell’1,6% e i dati di fatturato del fuori casa in generale sono +4,5% – racconta Garavaglia – c’è un cambiamento del sociale italiano che ha come risvolto il successo del fuori casa che rappresenta circa il 37% in Italia, nei surgelati il 34%. Io ricordo che nel surgelato tedesco o inglese il rapporto è uno a uno, noi ci stiamo europeizzando come modello di vita e probabilmente anche da noi questa cifra tenderà ad aumentare”.

Quelle 315mila tonnellate di prodotti surgelati utilizzate nel 2018 nelle cucine dei ristoranti, il 3% in più sul 2017, raccontano il bisogno di risparmio in termini di tempo e costi, di prodotti sicuri e qualitativamente stabili nel tempo, di riduzione degli sprechi che hanno gli chef quando lavorano:

“Quando si vuole destagionalizzare i prodotti, quando si deve dare sicurezza alimentare, alta qualità e soprattutto lotta contro lo spreco, il surgelato gioca un ruolo importantissimo. Il ristoratore lo ha recepito, e sa che il consumatore lo usa a casa e lo dichiara perchè in Italia è obbligatorio dichiarare con un asterisco la presenza di prodotto congelato o surgelato”.

Per ora il 2019 non ha dato grandi segnali di crescita anche se i dati sull’indice di fiducia ad aprile fanno sperare in una chiusura d’anno positiva. Di sicuro i margini di crescita ci sono specie se ci si misura con gli altri Paesi europei, che però hanno condizioni geografiche e climatiche meno favorevoli delle nostre. “Noi chiudiamo il 2018 con 839mila tonnellate l’Inghilterra con due milioni e duecentomila tonnellate. Questo fa capire il rapporto tra noi e l’Inghilterra o la Germania che è la stessa cosa – afferma il presidente Iias – Credo che ormai bisogna rispondere alle esigenze del consumatore in fatto di salute, benessere e servizio. Le nostre aziende conoscono questo e le innovazione saranno tutte orientate a salute benessere e servizio”.

A conferma di questo c’è un dato in particolare quello del segmento “porta a porta” che nel 2018 è riuscito a confermare i risultati dell’anno precedente, sia a volume che a valore.