Tap: Le strategie di crescita passano per Italia, Brasile e Usa

Calicchia: il 20 maggio consegnato il 100esimo aeroplano

MAG 22, 2019 -

Roma, 22 mag. (askanews) – Tap Portugal è una delle compagnie aeree più innovative e più in fase di crescita nel panorama europeo. Siamo qui in studio con Davide Calicchia, Country sales manager Italia. Quali sono le vostre strategie di crescita e un breve flash su quella che è l’attività di Tap Portugal nel nostro mercato? “Le nostre strategie sono molto chiare. Noi dobbiamo per forza di cose raddoppiare il nostro revenue. Con la nuova proprietà che ha preso piede nel 2015 sono stati sviluppati una marea di progetti. In primis c’è stato un enorme investimento nella riqualificazione delle macchine, andando a fare i retrofit in tutte le nostre macchine, abbiamo investito più di 70 mln di euro.

Secondo, abbiamo comprato inizialmente 53 nuove macchine che poi sono state subito portate a 72 perché la nuova proprietà ha immaginato uno sviluppo che sta mettendo in pratica negli ultimi tre anni. Noi dal 2015 avevamo 77 macchine. Da lunedì abbiamo ricevuto ricevuto la centesima macchina, un Airbus 330-900 e Tap è il primo vettore al mondo a utilizzarlo nella configurazione Airspace by Airbus. Gli investimenti sono stati fatti in una maniera molto interessante. Questo ci ha portato ad avere dei numeri sempre più alti. Come Tap Air Portugal voliamo dall’Italia. Quest’anno andremo con 116 voli settimanali. I nostri storici aeroporti sono Milano, aperto nel 1978, poi abbiamo aperto Roma, Bologna, Firenze la scorsa estate e dal prossimo 15 giugno, apriremo Napoli con un volo giornaliero. Lisbona lo utilizziamo come hub principale, da cui poi Tap vola per tutto il continente americano, Nord e Sud e tutta l’Africa occidentale perché Lisbona è il punto d’ingresso verso l’Occidente così come è il punto d’entrata per l’Europa per quei paesi che volano verso l’Europa”.

Quindi focus importante sul Mediterraneo, Italia, Medio oriente e anche l’Atlantico, Nord e Sud America. “Noi già oggi siamo il primo vettore europeo per numero di frequenze tra l’Europa e il Brasile con 85 voli a settimana. E da Lisbona voliamo per 10 città differenti con voli diretti sul Brasile. Tap ha il 28% di share sul totale del mercato Europa-Brasile. Siamo i primi a volare quasi ovunque. Quindi cominciamo ad essere un vettore molto di riferimento su quel Paese. Abbiamo raggiunto share superiore al 30% quindi tre passeggeri su 10 dall’Italia volano con Tap verso il Brasile. Altro continente che stiamo attaccando negli ultimi due anni sono gli Stati Uniti. In primis perché il proprietario di Tap, David Neeleman, è proprietario di una low cost negli Usa, Jet Blue e di Azul in Brasile. Con queste due compagnie Tap sta facendo un ‘merge’ del proprio network affinché si possa portare un italiano in tutti gli Stati Uniti o in tutto il Brasile e tutti i brasiliani verso l’Europa. Non ultimo Napoli per quanto riguarda una destinazione europea. Apriremo tre nuovi aeroporti negli Usa. Dal primo giugno apriamo Washington, Chicago e San Francisco che si aggiungono a Miami, a Boston, alle due New York e a Toronto in Canada che già abbiamo. Stiamo arrivando a 54 voli settimanali sugli Stati Uniti.

Tutti questi voli a lungo raggio vengono fatti con macchine nuove. Entro fine 2019 più del 70% dei voli a lungo raggio verranno fatti con macchine completamente nuove Neo. Saremo uno dei primi a utilizzare l’Airbus A321 Long range Neo, una macchina Narrow Body, a un solo corridoio, che però data la posizione geografica di Lisbona , fa sì che con l’autonomia della macchina potremo toccare la East coast americana e tutto il Nord est del Brasile. Cambieremo il modo di volare: anziché volare 3-4 volte a settimana con una macchina grande, avremo un’offerta giornaliera con una macchina leggermente più piccola ma che avrà le stesse caratteristiche della macchina più grande”.

Torniamo all’Italia, avevi fatto riferimento a Napoli. Qualche numero sulla vostra presenza. “I primi quattro mesi parlano di una crescita di Tap del 28%. Abbiamo avuto dei picchi sul Nord Atlantico. Sugli Stati Uniti registriamo una crescita delle vendite di quasi il 50% che è comunque un buon picco di vendita ma non è secondo al Brasile e all’Africa dove abbiamo percentuali superiori al 20-30%. Diciamo che finora i nostri investimenti sono stati ben ripagati e speriamo che si continui così ma il trend è questo”.