Attacchi in Sri Lanka, 40 arresti. C’era un allarme attentati

Almeno 310 i morti. Giorno di lutto nazionale nel Paese

APR 23, 2019 -

Roma, 23 apr. (askanews) – E’ salito ad almeno 310 il numero dei morti negli attacchi suicidi a chiese ed hotel dello Sri Lanka, nella domenica di Pasqua che hanno provocato anche centinaia di feriti. Il governo ha riferito che sono 40 le persone arrestatate con l’accusa di essere coinvolte negli attacchi, annunciando l’entrata in vigore della “legge d’emergenza” che conferisce alla polizia poteri rafforzati e indiscussi per detenere e interrogare i sospetti senza ottenere un mandato di cattura.

Nel Paese è il giorno del lutto nazionale, con i primi funerali nella chiesa di San Sebastiano, uno dei luoghi in cui sono state uccise più persone. Bandiere a mezz’asta negli uffici pubblici e un minuto di silenzio alle 8:30 del mattino (ora locale), la stessa ora in cui è stato compiuto il primo attacco.

Le agenzie di intelligence di tutta l’Asia meridionale stanno condividendo le informazioni in loro possesso sul Theatheeth Jamaath nazionale, il gruppo radicale islamico accusato di avere compiuto la strage, precedentemente noto per atti di vandalismo su piccola scala. Si ritiene che questa volta sia stato appoggiato da “organizzazioni terroristiche internazionali”, secondo funzionari dello Sri Lanka.

Intanto, infuriano le polemiche su un allarme attentati che sarebbe stato ignorato. Le forze di sicurezza sarebbero state avvertite giorni prima del fatto che il gruppo radicale stava preparando un attacco su vasta scala ma, apparentemente, avrebbero scelto di non intervenire, sottovalutando l’informazione. “L’intelligence internazionale ha detto che sapevano dal 4 aprile che si stava preparando un attentato nel Paese – ha riferito il portavoce del governo – che ci sarebbero stati attacchi con bombe in diversi posti”.

L’allerta resta altissima e i turisti fuggono dal Paese.