Catalogna, Bosch: “Da Madrid una repressione inaccettabile”

Il Consigliere catalano: "La Spagna rifiuta il dialogo"

MAR 29, 2019 -

Roma, 29 mar. (askanews) – Un paese prospero, dove l’economia va bene e che è sempre stato pacifico e incline alla convivenza: così Alfred Bosch, Consigliere per l’Azione Estera del “Govern” della Catalogna, in visita a Roma per incontri istituzionali, ha descritto la sua comunità autonoma, la più importante della Spagna dal punto di vista economico. Bosch ha voluto però ricordare come dopo l’organizzazione del referendum sull’indipendenza del primo ottobre 2017 lo Stato spagnolo abbia reagito con quella che ha definito “una repressione inaccettabile nell’Europa del XXI secolo”.

“Una repressione – ha dichiarato Bosch – che ha incluso l’incarcerazione di nove persone durante più di un anno senza processo, accusate di ribellione e sedizione, pene che potrebbero portare fino a 25 anni di detenzione, cioè più di un omicidio. Per aver convocato una votazione sul futuro del paese, per sapere se la gente vuole una repubblica catalana o no. È inaccettabile, anche la situazione degli esiliati che non possono tornare perché avrebbero lo stesso trattamento dei loro compagni in patria, anche questo è inaccettabile. Ed è anche molto preoccupante che il governo e i poteri dello Stato in generale non siano disposti a intavolare un dialogo, per parlare su come possiamo metterci d’accordo per evitare un confronto e una crisi ancora più grande, che potrebbe colpire la Catalogna, la Spagna, ma anche l’Europa nel suo insieme. Noi crediamo che qui sia in gioco l’Europa, i valori fondamentali dell’Europa della pace, della convivenza, della democrazia e dei diritti umani, questi valori sono a rischio: questo riguarda tutti gli europei e anche gli italiani”.